Utilizzo dei telefoni cellulari e rischi per la salute: una recente sentenza della Corte d’Appello di Torino

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L’utilizzo dei telefoni cellulari, nelle loro varie tipologie, è cresciuto in modo esponenziale nel corso degli anni.

La possibilità di poter fruire di una serie di servizi che alcuni anni fa erano obiettivamente “impensabili”, quali quelli relativi a messaggistica, internet, e-mail e applicazioni di svariata natura, ha determinato sia una crescita del numero complessivo degli utenti, per ogni fascia di età, sia un incremento del tempo complessivo di effettivo utilizzo dei dispositivi.

E’ sufficiente osservare ogni giorno un numero significativo di persone in vari contesti (ad esempio, su un mezzo pubblico o all’interno di un locale pubblico od anche per strada) per rendersi conto di tale realtà.

Da tempo, si dibatte sullla possibile correlazione tra utilizzo dei telefoni cellulari ed insorgenza di patologie, anche gravi e di natura essenzialmente tumorale.

In ambito scientifico, tale correlazione è stata sostanzialmente ritenuta “possibile” (e quindi meno che “probabile”) dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), Ente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e per il periodo 2020/2024 è stata programmata una rivalutazione dei relativi rischi.

In estrema sintesi, quindi, si può ritenere che in ambito scientifico, sia pur in presenza di un livello di attenzione certamente adeguato, non si sia ancora pervenuti a conclusioni certe su una correlazione tra utilizzo dei telefoni cellulari ed insorgenza di patologie tumorali.

In questo quadro, gli organi di informazione hanno dato ampio risalto ad una recente sentenza della Sezione Lavoro della Corte d’Appello di Torino (sentenza n.904 pubblicata in data 13/1/2020), che ha integralmente confermato una precedente decisione – resa in primo grado – del Tribunale di Ivrea.

Il csso riguardava un dipendente che, in coerenza con le proprie mansioni, aveva utilizzato per anni il telefono cellulare per rilevanti periodi di tempo giornalieri.

A seguito dell’insorgenza di un tumore (neurinoma all’apparato acustico destro) era stato richiesto di accertare la natura professionale della patologia, con le relative conseguenze di carattere risarcitorio, nel caso di specie rivolte all’INAIL.

Ebbene, la Corte d’Appello di Torino ha confermato quanto aveva già determinato il Giudice di primo grado in merito alla natura professionale della patologia tumorale, con un’invalidità permamente pari al 23%.

In altri termini, è stato ritenuto configurabile un nesso di causalità – e quindi ravvisata una correlazione – tra l’utilizzo del cellulare da parte del dipendente e l’insorgenza della patologia.

Si è pervenuti a tali conclusioni facendo riferimento ad un criterio di “elevata probabilità logica” – e quindi secondo standard di certezza probabilistica (“più probabile che non”) – tenendo conto dell’assenza di “fattori alternativi di rischio”.

Se in campo scientifico, ad oggi, non vi sono certezze sulla correlazione tra utilizzo dei telefoni cellulari ed insorgenza di patologie tumorali, in ambito giurisprudenziale e civilistico possono quindi presentarsi dei casi in cui tale correlazione venga ritenuta configurabile, come avvenuto per la fattispecie esaminata dalla Corte d’Appello di Torino.

In presenza di particolari patologie tumorali – ad esempio quelle riguardanti l’apparato uditivo – questo precedente giurisprudenziale ben potrebbe essere  tenuto in debita considerazione, anche nell’ambito degli accertamenti peritali di parte, propedeutici ad un procedimento giudiziale.

Già nell’attuale contesto, pertanto, si possono ragionevolmente ipotizzare altri procedimenti giudiziali su fattispecie analoghe.

Naturalmente, il quadro potrà ancora mutare qualora dovessero pervenire diverse indicazioni dal mondo scientifico, non più ancorate ad una valutazione di mera “possibilità” della correlazione tra uso dei dispositivi ed insorgenza di tumori.

Si tratta, con tutta evidenza, di tematica di grande attualità, meritevole di costante monitoraggio ed aggiornamento e suscettiva di futuri sviluppi, anche in eventuale ambito normativo, attualmente non prevedibili.