Banche Centrali: non è sempre Natale

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Immaginatevi di tornare a essere bambini. Si avvicina il Natale, la tensione sale. L’anno scolastico non è andato particolarmente bene e il timore di non ricevere la giusta dose di regali dilaga.

Arriva il grande giorno.

Babbo Natale si cala attraverso la canna fumaria, vestito rosso sgargiante. Vi guarda, inspira gonfiando il maestoso petto e vi comunica: “Caro bambino, due cose. Primo, io oggi non sono qui a fare regali. Secondo, userò tutti gli strumenti a disposizione per portarti i regali in futuro, ma scordati la slitta con le renne (lo strumento di lavoro primario di Babbo Natale, ndr)”.

Saluta con una risata beffarda e risale la canna fumaria, sparendo nella notte boreale.

Sono due le riflessioni che vorrei fare ripensando alla conferenza stampa di Christine Lagarde della scorsa settimana:

  • A mio parere ammettere – anche se solo implicitamente, velatamente, fuori contesto ecc – che il tasso di interesse non è uno strumento attualmente a disposizione è uno statement molto forte. Nessun banchiere centrale ha mai detto che le opzioni monetarie sono esaurite, nemmeno la Bank of Japan. Sono sicuro che i colleghi di Madame Lagarde faranno in modo di correggere il tiro, come è già successo in passato.
  • Non tutta la farina è però del sacco della Lagarde. Non dimentichiamoci, che se la BCE si trova a fronteggiare una probabile recessione con il tasso di interesse a -0.5%, con un sistema bancario frammentato, e con il bilancio già a 40% del PIL dell’Eurozona, beh questo lo dobbiamo a Draghi.

Sono, invece, molto d’accordo Christine Lagarde quando dice che necessitiamo di una politica economica sincronizzata. Politica monetaria, politica macroprudenziale, politica fiscale e politica in generale devono essere allineate per conseguire un risultato efficace e durature in questo momento di crisi economica e sociale.