Coronavirus, la microfinanza come soluzione anti-panico

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La continua diffusione del coronavirus (Covid-19) ha portato a crescenti timori riguardo all’impatto su catene di approvvigionamento, turismo e domanda globale. Le preoccupazioni hanno indotto crolli sostenuti nei mercati azionari, mentre i rendimenti dei titoli di Stato hanno toccato livelli minimi.

Tuttavia, mentre le asset class tradizionali hanno reagito rapidamente, per valutare l’impatto sui mercati privati – e soprattutto su quelli della microfinanza – ci vorrà del tempo e gli effetti saranno diversi in base all’area geografica, al settore e al modello di business.

Niente panico nella microfinanza

È importante notare che la microfinanza è storicamente meno correlata ai mercati pubblici: uno dei benefici degli investimenti in questa asset class è la diversificazione che può apportare ai portafogli degli investitori.

Gli investimenti in microfinanza, soprattutto nei mercati emergenti e di frontiera, sono stati storicamente abbastanza resilienti agli shock di questo tipo, soprattutto se si guarda alla SARS nel 2002, alla crisi finanziaria globale nel 2008 e alla MERS nel 2012.

 

Figura 1: Rendimenti stabili e bassa correlazione – le caratteristiche chiave dei fondi di microfinanza

Fonte: BlueOrchard. * Indicizzato a 100 per il 31 dicembre 2003, sulla base dei rendimenti mensili in USD

Mercati rurali e meno connessi = mercati meno impattati

Il rallentamento della crescita cinese potrebbe scatenare un effetto domino in altri mercati che dipendono ampiamente dalla Cina a livello di scambi commerciali, investimenti e turismo.

Ad oggi, gran parte dei Paesi in cui investiamo hanno registrato un numero limitato di casi di Covid-19. Ciò, combinato con la brusca riduzione dei viaggi internazionali causata dal virus, potrebbe significare che la diffusione del virus nel mondo in via di sviluppo potrebbe restare relativamente contenuta, a livelli ancora inferiori per chi investe in aree rurali con una bassa densità di popolazione.

Detto ciò, essendo specializzati nell’impact investing, riteniamo che in periodi di crisi i microimprenditori abbiano maggiormente bisogno di accesso al capitale, così come agli altri servizi di supporto per la generazione di reddito.

L’accesso a questi servizi libera il potenziale di persone che possono essere socialmente ed economicamente vulnerabili, e può aiutare a interrompere il ciclo di povertà e oppressione, emancipando individui, famiglie e comunità più ampie.

Un approccio pragmatico

Sebbene sia ancora troppo presto per quantificare gli effetti del virus sui nostri investimenti nel complesso, ci sono segmenti che a nostro avviso verranno impattati in modo più significativo. Finora, non abbiamo individuato nessun effetto significativo sulle società in cui investiamo, ma continuiamo a prestare particolare attenzione agli sviluppi in tal senso, allocando di conseguenza il nostro portafoglio.

Ci siamo attivati per ridurre il livello di investimento nei nostri portafogli di microfinanza e per concentrarci ulteriormente sulle società di qualità e sulle posizioni difensive nei nostri portafogli obbligazionari “impact”.