Un nuovo scenario per i dividendi

Capital Group -

Con gran parte del mondo in quarantena, i dividendi si trovano a un bivio.

Dal momento che gran parte delle attività economiche rimangono essenzialmente ferme, molte aziende sono costrette a compiere scelte difficili quando si tratta di restituire il denaro agli azionisti. I tagli e le sospensioni dei dividendi hanno toccato il livello più elevato in oltre un decennio. Eppure, anche in questo contesto, alcune aziende continuano a pagare i dividendi e talvolta li hanno persino aumentati.

Oggi più che mai, questa divergenza nell’impegno alla distribuzione dei dividendi enfatizza la necessità di una ricerca mirata sui singoli titoli, finalizzata a individuare aziende di alta qualità in grado di superare la tempesta. I tassi d’interesse si confermano a livelli minimi anche nei mercati sviluppati, il che sottolinea ulteriormente il bisogno di trovare società capaci di generare reddito sostenibile per gli investitori. 

Le sfide per i dividendi

Nei periodi di contrazione economica, i tagli e le sospensioni dei dividendi sono piuttosto comuni. Negli Stati Uniti, dove le vendite sono rallentate e le aziende fanno di tutto per conservare la liquidità, queste misure hanno raggiunto un livello osservato l’ultima volta durante la Grande Recessione. In Europa, i dividendi stanno subendo enormi pressioni politiche da quando le autorità governative hanno fatto appello alle banche affinché preservino il capitale per far fronte alla pandemia di coronavirus.

Molti investitori potrebbero rimanere sorpresi nell’apprendere quanto le considerazioni etiche e sociali stiano influenzando la politica dei dividendi in un’ampia gamma di settori. Ciò vale in particolare per le società di Francia, Spagna e Germania.

Molte aziende europee hanno posticipato le assemblee annuali ai prossimi mesi per rivalutare le condizioni nel corso dell’anno. Tuttavia, dal momento che alcune società in Europa non corrispondono i dividendi su base trimestrale, bensì solo una o due volte l’anno, l’impatto monetario e l’incertezza sono significativi.

In risposta al crollo dei prezzi petroliferi, la scorsa settimana Royal Dutch Shell ha ridotto il suo dividendo per la prima volta dal 1945, tagliandolo di oltre il 60% a 16 centesimi per azione.

Spiragli di luce

Nonostante la grave contrazione economica globale, non tutte le aziende stanno seguendo lo stesso percorso. Molte stanno tenendo fede al proprio impegno di distribuzione dei dividendi e in alcuni casi li hanno addirittura aumentati.

In Europa, ad esempio, Nestlé e Zurich Insurance hanno accelerato l’organizzazione di assemblee annuali virtuali e hanno promesso che pagheranno i dividendi come previsto. Anche il gigante chimico tedesco BASF si è detto pronto a effettuare i pagamenti pianificati, mentre diverse utility nel Regno Unito hanno manifestato il proprio fermo sostegno alla distribuzione dei dividendi in questo periodo turbolento.

Tra le società statunitensi, Procter & Gamble e Johnson & Johnson hanno aumentato gli esborsi, mentre Starbucks ha mantenuto il dividendo invariato. Perfino nel settore petrolifero duramente colpito, ExxonMobil ha dichiarato  il 29 aprile di voler procedere al versamento del suo dividendo trimestrale, nonostante la perdita di $610 milioni subita fra gennaio e marzo.

Valutazione della sostenibilità dei dividendi

Poiché le aziende si stanno muovendo su tracciati differenti, i nostri analisti d’investimento ne stanno esaminando con rigore la solidità dei bilanci, le condizioni finanziarie e le prospettive di cash flow.

Si prenda ad esempio il settore dei servizi di comunicazione negli Stati Uniti. Il business si è consolidato negli ultimi anni, trasformando diverse aziende sia in fornitori che in distributori di contenuti. Questo processo ha avuto implicazioni finanziarie.

AT&T ha acquisito DirecTV e, più di recente, Time Warner. Di conseguenza, il debito netto di AT&A è salito a 150 miliardi di dollari e i suoi utili sono diventati economicamente più sensibili a causa della natura ciclica del settore pubblicitario. D’altro canto, Verizon Communications ha circa 130 miliardi di dollari di debito netto ed è meno esposta al segmento pubblicitario. Le azioni di Verizon hanno un rendimento inferiore a quelle di AT&T, ma il dividendo dell’azienda è percepito come più sicuro dal mercato.

I nostri analisti azionari collaborano con il team a reddito fisso per valutare il rischio che una società possa tagliare i dividendi per evitare un declassamento del rating del credito. Livelli elevati di debito possono infatti compromettere la sostenibilità dei dividendi.

Inoltre, i nostri analisti e gestori di portafoglio esaminano alcuni aspetti soggettivi, che potrebbero influire sui dividendi, come ad esempio:

  • Acquisizioni: le società potrebbero dare priorità alle acquisizioni, approfittare di valutazioni convenienti per acquisire in modo strategico competitor più piccoli o deboli e tagliare i dividendi per accelerare il rimborso del debito.
  • Cambiamenti ai vertici aziendali: un CEO appena nominato o un nuovo presidente del consiglio di amministrazione potrebbero non manifestare lo stesso impegno nei confronti delle precedenti politiche dei dividendi.
  • Composizione del consiglio: alcuni membri del consiglio di amministrazione potrebbero essere dirigenti di altre aziende che hanno già tagliato i dividendi e non avrebbero quindi problemi ad adottare di nuovo misure simili.

È il momento di aggiornare i portafogli incentrati sul reddito?

Per le azioni che corrispondono dividendi si sta delineando un nuovo paradigma: ecco perché riteniamo fondamentale migliorare la qualità dei portafogli orientati al reddito. A nostro avviso, un approccio efficace implica:

  1. Diversificazione: la generazione di una quantità sproporzionata di reddito da un determinato settore o regione può aumentare il rischio di una grave riduzione del reddito da dividendi. Le società in molti settori al di fuori di quelli tradizionali, come tecnologia e sanità, stanno ora corrispondendo dividendi. Ove appropriato, un approccio globale amplia anche il pool di realtà che distribuiscono dividendi, fornendo un’ulteriore diversificazione.
  2. Ricerca fondamentale: grazie alla collaborazione tra esperti azionari e obbligazionari, l’analisi finanziaria e della liquidità può aiutare a valutare la capacità di una società di pagare i dividendi in una varietà di scenari.
  3. Prospettiva olistica: si tratta di valutare numerosi fattori qualitativi e soggettivi, tra cui eventuali recenti modifiche ai vertici aziendali, la composizione del consiglio di amministrazione e l’approccio della società alle fusioni e acquisizioni in un periodo di difficoltà.