Green bond e convertibili, l’ESG nelle emissioni e nel pricing

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Il mercato dei green bond convertibili è pressoché inesistente. Le emissioni si contano sulle dita di una mano. Le obbligazioni convertibili sono correlate alle azioni e siccome non esistono green equity, questo mercato probabilmente non conoscerà un grande sviluppo. Tuttavia, vi è una crescente incidenza delle tematiche ESG nelle considerazioni di emissione e pricing: alcune società emettono strumenti il cui prezzo rispecchia il rating ESG. Ad esempio, l’emissione Veolia Environ nement, che ha un ottimo rating ESG, è piuttosto cara e si è apprezzata dal lancio, a differenza dell’emissione LafargeHolcim, che ha un punteggio ESG mediocre.

Nei Paesi emergenti l’universo dei green bond è molto limitato. Gli attivi investiti in questi strumenti ammontavano a 661 miliardi di dollari nel 2019, il 30% dei quali proveniente da Paesi inclusi nell’indice JPM CEMBI. Sono ovviamente i Paesi emergenti più sviluppati, come Hong Kong, Singapore, Corea del Sud o Taiwan, ad aver emesso green bond. Tuttavia, a nostro parere esiste un notevole potenziale di crescita su questo mercato, poiché le economie emergenti seguono una traiettoria dinamica e i green bond sono tra gli strumenti che potrebbero contribuire a promuovere uno sviluppo sostenibile.

Le banche emettono green bond per finanziare progetti eco-compatibili. Il problema è che non tutte le società si strutturano in progetti. A parità di rischio, un green bond emesso da una banca è spesso più costoso di un bond tradizionale, a causa dello squilibrio tra domanda e offerta, e questo ne deteriora il rendimento.

Nella costruzione del portafoglio, non abbiamo definito alcun obiettivo percentuale per l’acquisto di green bond. Valutiamo il rischio olistico dell’emittente rispetto al singolo strumento. La vera domanda da porsi è: l’emissione della società, sia essa green o meno, arricchisce e diversifica il portafoglio? In caso di risposta affermativa, investiamo e questo approccio rafforza l’aspetto difensivo del portafoglio. In generale abbiamo sempre più green bond in portafoglio; il nostro filtro si applica a livello dell’emittente e non dello strumento. Investire in un emittente con un rating medio che emette uno strumento virtuoso non rientra nella nostra filosofia.