Perchè l’impact investing ha bisogno dell’accesso ai mercati azionari per crescere

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Cresce sempre più l’interesse per gli investimenti a impatto, ma i canali di nicchia dei mercati privati, ai quali l’impact investing è finora stato confinato, non sono più sufficienti a sostenerne l’espansione. L’ampiezza delle questioni ambientali e sociali che dobbiamo affrontare richiede soluzioni su larga scala che solo il mercato azionario pubblico è abbastanza grande da poter fornire, con un engagement attivo da parte dei gestori dei fondi per allineare le pratiche aziendali ai valori degli investitori.

Una lezione che abbiamo imparato dalla pandemia è la consapevolezza di quanto siamo connessi. Le grandi sfide che riguardano il nostro pianeta non sono locali. Abbiamo visto come i problemi che sorgono negli angoli più remoti del mondo hanno il potenziale per influenzare profondamente le nostre vite. L’unico modo per affrontarli è sviluppare soluzioni globali per il pianeta, ma questo è un compito troppo impegnativo che i governi, la filantropia, la finanza dello sviluppo e le start-up non possono assolvere da soli. È necessario anche il potere delle grandi public company. Molte di esse offrono soluzioni innovative per un pianeta migliore e probabilmente saranno riccamente ricompensate per questo.

Negli ultimi anni l’idea di ciò che un’azienda dovrebbe fornire ai propri azionisti si è evoluta, passando dalla mera massimizzazione del valore finanziario al miglioramento anche del welfare, in linea con la crescente domanda di investimenti sostenibili e con la crescente attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance. Eppure, mentre la domanda di tali investimenti è alta, l’accessibilità resta bassa. Solo una parte di coloro che vorrebbero optare per un portafoglio di investimenti sostenibili lo ha fatto, per la mancanza di disponibilità di prodotti che rispondono alle loro preoccupazioni su temi come il pianeta, l’inquinamento da plastica, il cambiamento climatico, le condizioni di lavoro e salariali. Affinché questi investitori insoddisfatti trovino i candidati che cercano, l’impact investing deve diffondersi ulteriormente al di là dei mercati privati ed estendersi anche ai titoli azionari quotati. Alcuni scettici non vedono come questi titoli, che riguardano principalmente il capitale secondario, possano avere un impatto diretto sui fondi. Ma attraverso i mercati azionari viene allocato il capitale e, allocando più capitale in imprese che hanno un “impatto positivo” e su scala più ampia, gli investitori possono ridurre i costi di finanziamento per queste società, sostenendo la loro crescita e i loro investimenti. Infatti, il mercato pubblico è l’unico veicolo di accesso diretto per gli investitori retail che vogliono che i loro risparmi abbiano un impatto positivo.

Allo stesso modo, dato il peso crescente degli investimenti passivi sui mercati azionari, senza un segmento specializzato con un focus sui titoli impact, le società a impatto troverebbero molto difficile attrarre capitali su larga scala. Sarebbero affamate di capitale senza il coinvolgimento di gestori attivi che vadano a destinare asset specifici agli investimenti impact. C’è poi un altro fattore che è necessario per rafforzare gli investitori impact e il loro capitale: un engagement più profondo da parte dei gestori di fondi con le società pubbliche per incoraggiare queste aziende ad allineare le loro pratiche e la loro offerta ai valori dei loro clienti. Per raggiungere questo obiettivo, l’industria dell’asset management deve passare dal profilo bidimensionale del cliente costituito dal rischio e il rendimento, a uno a tre dimensioni che tenga conto anche dei valori della clientela.

Come risultato dell’incessante coinvolgimento degli stakeholder, tra cui ONG, consumatori, proprietari di beni e gestori di fondi, alcune aziende hanno completamente trasformato le loro pratiche commerciali. Questo dimostra che i gestori di fondi possono lavorare insieme per un engagement più efficace. La trasformazione di un’azienda può avere un effetto domino nel suo settore e creare un circolo virtuoso di imprese costantemente alla ricerca di standard più elevati di comportamento aziendale. Come nel settore tecnologico statunitense, gli ecosistemi interattivi delle università, i business angel e i venture capital, gli acceleratori, gli incubatori, le autorità di regolamentazione, le ONG, le fondazioni, gli enti di beneficenza, il private equity e gli investitori potrebbero sostenere la nascita di migliaia di start-up in altre regioni e settori. Analogamente a quanto avviene nel settore tech USA, quelle che avranno più successo potrebbero alimentare i mercati azionari pubblici tramite IPO, a loro volta l’accesso ai mercati azionari pubblici ridurrebbe il costo del capitale per le società lungo la catena del valore, consentendo al contempo a tutti i tipi di investitori di ottenere rendimenti interessanti.

Dato che le risorse stimate necessarie per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU sono almeno 3.000 miliardi di dollari e potrebbero arrivare a 7.000 miliardi di dollari, l’impact investing non può raggiungere le dimensioni richieste senza il coinvolgimento dei mercati azionari pubblici e il sostegno di stakeholder attivamente impegnati. I mercati privati sono stati cruciali e hanno posto le basi per l’investimento a impatto, ma l’asset class è cresciuta e ora ha bisogno di un contesto più grande in cui svilupparsi. E i player devono continuare a costruire sul lavoro svolto finora, integrando la raccolta e la valutazione dei dati sull’impatto nei loro processi, arrivando a conoscere le preferenze di valore dei loro investitori e, soprattutto, aumentando l’engagement con le aziende per guidarle verso i valori dei loro azionisti.