Elezioni Regionali: Effetto Positivo sui Titoli di Stato

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Il risultato delle due giornate elettorali sospinge il rendimento del buon vecchio BTP decennale sotto la soglia dello 0.9%. Devo dire che la scorsa settimana i mercati internazionali si mostravano comunque abbastanza tranquilli, nonostante le possibili scaramucce che sarebbero potute scaturire nella coalizione di governo nel caso di una vittoria del centro-destra in Toscana. La view più gettonata tra gli investitori Europei – tra i quali i gestori di AXA IM – era quella di un cambiamento epocale nella architettura dell’Unione. Una virata storica della UE, forse dovuta alla fragilità del sistema messa in evidenza dal Covid19, che ha portato a cementare le relazioni tra paesi membri anche sul lato fiscale. Ovviamente, non si parla ancora di mutualizzazione, ma solo di emissioni comuni per finanziare il Piano di Ripesa e di Resilienza. Però il dado è tratto e parlare di debito comune non suona più come un anatema negli storici corridoi del Bundestag.

Nonostante l’ottima performance dei Titoli di Stato Italiani (+4.6% da inizio anno), è prematuro parlare di via libera nel lungo periodo. Temi come la sostenibilità fiscale di lungo periodo, l’efficacia e le tempistiche degli investimenti finanziati con il Recovery Fund e la capacità di innovazione tecnologica rimangono fattori cruciali per la crescita potenziale del paese. A mio avviso una fetta consistente dello spread decennale (attualmente a 140bp) è legata a queste tematiche di lungo periodo, più che al livello di incertezza politico. Per farla breve, la domanda che l’investitore internazionale si pone con più frequenza è: Per quale motivo si dovrebbe registrare un boom di crescita in un paese, il cui potenziale è stato di appena 0.3% in media negli ultimi venti anni? È una domanda lecita a cui da economista non saprei dare una risposta.