Il patrimonio delle Casse di previdenza in sensibile crescita

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La Covip ha pubblicato l’annuale rapporto sugli investimenti degli Enti previdenziali dei liberi professionisti , con dati aggiornati a fine 2019. Si evidenzia una crescita sensibile delle risorse in gestione che a dicembre scorso a valore di mercato erano pari  a 96 miliardi di euro.

In una prospettiva evolutiva viene rimarcato come su base annuale la crescita media è stata del 7%, più marcata nei primi quattro anni (7,9% in media dal 2011 al 2014)  rispetto al periodo successivo (6,2%). Dal 2011 al 2019 le risorse complessive del settore a valore di mercato sono cresciute di 40 miliardi (da 55,7 agli attuali 96 miliardi).

Considerando anche l’aggregato dei fondi pensione che amministravano a fine 2019 185,1 miliardi  il risparmio previdenziale  rappresenta il 15,7 % del Pil. Non appare un caso che si guardi allora a tale tipologia di  investitori istituzionali (casse e forme di previdenza complementare) come potenziale supporto allo sviluppo economico e alla stabilizzazione dei mercati finanziari, considerandone l’orizzonte temporale di medio-lungo periodo.

Perché questo accada, sottolinea la Covip, è però necessario che venga completato dal legislatore il complesso mosaico normativo degli Enti di previdenza privati, ancora non dotati, nonostante fosse stato previsto dal lontano 2011, dello specifico Regolamento sui limiti di investimento e sui conflitti di interesse.

Si è ampliato così in maniera sensibile il divario rispetto ai fondi pensione, sottolinea la Commissione, anche per effetto dell’incidenza per questi ultimi della disciplina comunitaria (IORP II).

L’emanazione del regolamento fornirebbe invece una cornice normativa oggettivamente necessaria per favorire il processo di rafforzamento di procedure e assetti organizzativi professionali e tecnici delle casse, ma anche sufficientemente flessibile da assicurare ai singoli enti l’adozione di scelte gestionali autonome e responsabili, in ragione delle rispettive specificità.

Proseguendo nella disamina dei dati statistici, e con riferimento specifico alla composizione dell’attivo , si sottolinea come gli investimenti immobiliari, pari a 20 miliardi di euro (19,7 nel 2018), subiscono una flessione in percentuale dell’attivo (20,8 contro 22,6%); tra le diverse componenti, diminuisce l’incidenza delle quote di fondi immobiliari (dal 16,4 al 15,7%) e prosegue la discesa del peso degli immobili detenuti direttamente (dal 5,6 al 4,6%);  – gli investimenti in titoli di debito, pari a 36,5 miliardi di euro (32,6 nel 2018), formano il 38 % dell’attivo con un aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al 2018; tra le diverse componenti, diminuiscono gli investimenti diretti (dal 22,5 al 21,4%) e aumentano quelli sottostanti gli OICVM (dal 15 al 16,5%);  – gli investimenti in titoli di capitale, pari a  16,8 miliardi di euro (13,8 nel 2018), costituiscono il 17,5 % dell’attivo, in aumento rispetto al 15,9 del 2018; l’aumento è più consistente per gli investimenti sottostanti gli OICVM (dal 7,7 al 9,1%) rispetto agli investimenti diretti (dall’8,2 all’8,4%) .

Ma quanto investono al momento le Casse nel nostro sistema Paese ? Gli investimenti domestici ammontano a 34,8 miliardi di euro, il 36,3 % delle attività; la percentuale risulta in diminuzione di 3,9 punti rispetto al 2018; gli investimenti non domestici si attestano a 46,1 miliardi, corrispondenti al 48,0 per cento del totale, 4,1 punti percentuali in più rispetto al 2018. Nell’ambito degli investimenti domestici, restano predominanti gli investimenti immobiliari (18,5 miliardi di euro, il 19,3% delle attività totali) e i titoli di Stato (7,8 miliardi di euro, l’8,1% delle attività totali).

Rispetto al 2018 l’incidenza sul totale delle attività per la componente immobiliare registra un calo del 2,2%, che è invece del 2,4% per i titoli di Stato.   Complessivamente al netto degli investimenti immobiliari e dei titoli di Stato, le risorse finanziarie destinate alle imprese italiane possono essere calcolate in 6, 6 miliardi di euro(5,4 nel 2018)