Verso il meeting della BCE di giovedì Quattro gli argomenti che animeranno la discussione

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Il primo argomento all’ordine del giorno è la seconda grande ondata di infezioni da coronavirus in diverse economie dell’Eurozona. Il numero di nuovi casi è vicino ai massimi registrati nei mesi precedenti, ma il tasso di mortalità è molto più basso, il che riduce in qualche modo le ipotesi di un lockdown rigido e le probabilità di danni economici. Ciononostante, la seconda ondata rappresenta ancora un significativo ostacolo al rimbalzo dei mercati.

Il secondo argomento di discussione è invece il recente indebolimento sia dell’attività economica sia dell’inflazione nell’area euro. I dati sulla mobilità quotidiana sono di nuovo in calo. Inoltre, i tradizionali dati economici mensili stanno dipingendo un quadro sempre più preoccupante. Le vendite al dettaglio dell’Eurozona hanno subito una contrazione di 1,3% su base mensile a luglio, mentre l’indice PMI composito è sceso ad agosto (pur rimanendo sopra i 50), e il fronte valutario è entrato in deflazione con il tasso di inflazione dell’area euro HICP a -0,3% e quello core al minimo storico, pari allo 0,4%.

Il terzo riguarda invece le implicazioni di tutto questo per le proiezioni macroeconomiche della BCE. La precedente serie di proiezioni prevedeva una crescita del PIL negativa dell’8,7% nel 2020, che riteniamo troppo ottimistica alla luce dello stallo del rimbalzo. La previsione di inflazione dello 0,3% nel 2020 appare più realistica e indica un ulteriore stimolo di politica monetaria verso la fine dell’anno, quando la dotazione del QE inizierà a scarseggiare.

Infine, il quarto elemento di discussione, riguarderà come digerire la revisione della politica della Federal Reserve statunitense e quali saranno di riflesso le implicazioni per la revisione strategica rinviata dalla stessa BCE. In ultima analisi, ci aspettiamo che la BCE riformuli in modo modesto il suo obiettivo di inflazione, abbandonando la formulazione “al di sotto ma vicino al 2%” e puntando solo sul 2% di inflazione. Al pari dei cambiamenti apportati dalla Fed, ciò sarebbe utile, anche se piuttosto marginale nel grande schema delle cose. Un obiettivo di livello dei prezzi o un impegno molto più esplicito nel compensare le lacune del passato relative al controllo dell’inflazione sarebbe un’opzione più audace”.