Il 2021 dell’oro: una lieve discesa seguita da un nuovo boom?
Dopo i rialzi che hanno segnato nuovi picchi il 6 agosto 2020, con un prezzo superiore ai 2070 dollari l’oncia nelle contrattazioni intraday, i livelli dell’oro sono scesi quasi del 10% al 24 settembre 2020. Da inizio anno, l’oro è ancora al di sopra del 22% e questa commodity è una delle pochissime asset class che hanno registrato guadagni durante il periodo peggiore della crisi scatenata dalla pandemia di COVID-19. Il recente drawdown dell’oro arriva in un momento in cui le aspettative di inflazione sono in aumento, con il dollaro statunitense debole e in una situazione di incertezza economica che persiste. Le fasi ribassiste cicliche del mercato cui abbiamo assistito nell’ultimo mese potrebbero esercitare una pressione verso il basso su asset difensivi quali l’oro e i titoli del Tesoro. Se si considera l’oro solo alla stregua di un asset difensivo, una ripresa ciclica potrebbe andare a detrimento dei prezzi. Tuttavia, storicamente l’oro non è stato considerato solo come un asset difensivo. Il suo prezzo tende ad aumentare con l’inflazione che si genera durante periodi di forte crescita economica. Finché la ripresa non sarà riconducibile a un inasprimento aggressivo della politica monetaria, l’oro probabilmente continuerà a registrare un andamento positivo.
Le nostre previsioni interne sull’oro per il prossimo anno indicano che la recente flessione del prezzo della commodity ha aperto un interessante punto di ingresso, soprattutto se l’incerta situazione economica persisterà ancora.
Anche se il nostro modello ci permette di prendere in considerazione scenari diversi a seconda di come si svilupperanno i fattori macroeconomici che incidono sul prezzo del metallo giallo, in linea generale siamo dell’opinione che le incertezze economiche persisteranno nel corso di questa inusuale crisi pandemica: analizziamo quindi lo scenario che prevede il perdurare di tali condizioni e che porterebbe l’oro a raggiungere i 2410 dollari l’oncia entro il terzo semestre del 2021.
Con l’aumento dei casi di COVID-19 e l’impossibilità di eliminare totalmente le norme sul distanziamento sociale fintantoché non si riuscirà a trovare il vaccino, la Fed potrebbe persino introdurre un maggiore allentamento della politica monetaria, unito all’atteso impulso fiscale. Una soluzione percorribile per la Banca centrale americana sarebbe intraprendere il controllo sulla curva dei rendimenti. Un approccio che potrebbe comportare la riduzione dei rendimenti dei titoli del tesoro.
L’inflazione potrebbe registrare un picco poco al di sotto del 3%, in quanto gli interventi della Fed genererebbero una maggiore domanda economica mentre l’offerta rimarrebbe contratta a causa delle problematiche della catena di fornitura correlate al COVID-19.
Inoltre, una politica monetaria più accomodante potrebbe finire con l’indebolire il dollaro USA.
In questo scenario, il sentiment degli investitori nei confronti dell’oro si rafforza e le posizioni sui futures sull’oro raggiungono quota 350.000 net long. Più si spingono in là i rendimenti reali negativi, maggiore sarà l’attrattiva esercitata dall’oro.
L’oro potrebbe raggiungere la vetta di 2410 dollari l’oncia, registrando quasi il 30% in più dai livelli di settembre 2020.