Le elezioni statunitensi sono sinonimo di ricerca di rifugio?

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Spesso ci viene chiesto se anche noi sentiamo gli effetti delle presidenziali statunitensi, ossia se riceviamo maggiori richieste da parte di investitori USA che cercano di diversificare le loro esposizioni prima di possibili cambi al vertice.

Le ultime elezioni statunitensi sono state probabilmente tra le più attese per una generazione, ma il turbamento sull’esito, in una direzione o nell’altra, determina un maggior interesse verso gli investimenti offshore? Di fatto rispondere a questa domanda non è semplice.

Debito nazionale USA lievitato 

I motivi per cui gli investitori potrebbero voler diversificare i loro asset offshore sono molteplici, e le elezioni sono solo uno di questi. Infatti, uno degli elementi trainanti osservato negli ultimi anni è stato l’enorme debito nazionale che gli USA hanno accumulato e il conseguente timore di un crollo del biglietto verde. Attualmente il debito totale degli USA ammonta a $27,5 mila miliardi rispetto agli appena $5,6 mila miliardi di venti anni fa e le vicissitudini dell’ultimo anno ne hanno accelerato l’aumento. Di conseguenza, molti investitori vanno alla ricerca di una valuta più stabile, come il franco svizzero (dal 1970 il dollaro US ha perso quasi l’80% del suo potere di acquisto rispetto al franco).

Col suo bipartitismo dominante, la politica statunitense è di fatto un pendolo che oscilla costantemente tra Democratici e Repubblicani. Ogni quattro anni dunque, quando i due grandi partiti fanno di tutto per far arrivare i loro rispettivi candidati nello Studio Ovale, gli investitori rischiano un potenziale terremoto sia in termini di leadership che di politica. Gli investitori che operano a lungo termine sono sempre più consapevoli dell’importanza di diversificare gli asset al di fuori degli USA, a prescindere dall’inquilino della Casa Bianca. Tra questi, spicca un gruppo in particolare, ossia gli investitori che hanno maggiori legami con il mondo al di fuori degli Stati Uniti, magari perché sono emigrati negli Stati Uniti, e quindi hanno antenati europei, o perché fanno affari a livello internazionale.

Una transizione pacifica 

Con il passaggio di consegne in atto da Trump a Biden, possiamo incominciare a anticipare alcune eventualità. Sotto la guida dei Democratici, l’industria farmaceutica deve prepararsi a interventi maggiori sui prezzi, mentre il settore finanziario dovrebbe aspettarsi una crescente pressione normativa. I Democratici puntano anche a un aumento generalizzato delle imposte sulle imprese, con ripercussioni sugli utili. In alcuni settori si è osservata anche una convergenza di priorità: ad esempio, sia i Repubblicani che i Democratici sarebbero una manna per il settore delle infrastrutture, per cui possiamo prevedere forti afflussi di investimenti nelle infrastrutture statunitensi nei prossimi quattro anni.

Tenendo a mente tutto ciò, gli investitori potrebbero essere spinti ancor di più a cercare rendimenti al di fuori del mercato statunitense e del dollaro USA. Per gli investitori che stanno pensando di diversificare meglio i loro asset, con istituti finanziari o Paesi diversi, la domanda che sorge spontanea è: diversificare sì, ma dove?

Stabilità della Svizzera 

Con la sua combinazione di stabilità politica e valuta forte, la Svizzera offre un contesto ideale per gli investitori, con la stabilità che un investitore d’oltreoceano desidera quando gli asset vengono collocati e investiti a migliaia di chilometri di distanza. A questo bisogna aggiungere l’importante reputazione della Svizzera come centro finanziario: in fin dei conti, circa il 32% di tutti i fondi investiti all’estero attualmente sono qui.

Mercati mossi in vista

Bisogna dire che negli ultimi tempi gli investitori sono stati rallegrati, oltre che dalle presidenziali statunitensi, anche da molte altre notizie e i mercati hanno brindato all’annuncio di un possibile vaccino. Questo potrebbe cambiare le carte in tavola a medio termine: tuttavia, il vaccino deve ancora essere approvato, potrebbe andare incontro a problemi di produzione (carenza di materie prime, ecc.), nonché a problemi di distribuzione nel mondo intero, lasciando alcune incertezze residue.

Ammesso pure che il vaccino sia efficace, la ripresa economica probabilmente avrà un percorso accidentato e possiamo anticipare periodi di maggiore volatilità. Di conseguenza, investire in un ampio paniere di asset che diversifica i potenziali rischi, il tutto su un orizzonte temporale più lungo, è più che mai essenziale.

Che sia a livello geografico, di asset class o duration, l’esigenza di diversificare presuppone di prendere in considerazione investimenti potenzialmente meno noti. Ecco perché la competenza di un consulente agli investimenti è essenziale.