Le difficoltà nel reddito fisso: il buon trade off delle convertibili
In considerazione dei bassi tassi di interesse presenti nel mondo obbligazionario, si può affermare che ad oggi risulta sempre più difficile trovare strumenti che rispondano alle esigenze di un Investitore. La funzione di un’obbligazione dovrebbe essere, tra le altre, quella di contenere la volatilità di un portafoglio bilanciato e di limitare, il più possibile, i drawdown che si verificano nelle fasi più turbolente del mercato. Al tempo stesso, l’investitore dovrebbe percepire un congruo tasso di interesse per capitalizzare, seppur moderatamente, il proprio risparmio. Tuttavia, allo stato attuale, si può osservare che tali caratteristiche siano ormai merce rara.
Consideriamo il mondo obbligazionario suddiviso in due segmenti, quello Investment Grade e quello High Yield. Il primo si riferisce alle obbligazioni con un rating che denota un’alta qualità del credito: un’emissione Investment Grade possiede un elevato grado di solvibilità, quindi l’emittente detiene un’alta capacità di onorare integralmente il proprio debito rispettando le tempistiche previste. In questo segmento rientrano, tra gli altri, i bond governativi.
Su quest’ultimi, tuttavia, manteniamo anche per il 2021 una view negativa, poiché il livello dei tassi di interesse reali (ovvero depurati dall’inflazione) presenta un segno negativo sia negli USA che in Europa. In Europa, addirittura, anche la maggior parte dei tassi nominali sono sotto zero, anche considerando la scadenza a 10 anni, come nel caso della Germania (- 0,5%*), della Francia (- 0,26%*), della Austria (- 0,36%*) e dei Paesi Bassi (- 0,43%*). Il segmento degli High Yield, invece, si riferisce ad obbligazioni con un rating che denota una bassa qualità del credito: in questo caso l’emittente ha una scarsa capacità di rimborsare il proprio debito. In questo caso, invece, seppure i tassi di interesse possano essere più interessanti, queste tipologie di obbligazioni spesso non assolvono alla funzione che abbiamo menzionato poco fa, cioè non sempre contengono la volatilità e non ci proteggono adeguatamente dai crolli del mercato. Si veda come a Marzo 2020, in termini percentuali, l’S&P 500 (il principale indice azionario USA) e l’obbligazionario USA High Yield abbiano subito una perdita molto simile, ovvero -12,5% e -11,5%. Dunque, anche per il 2021 cercheremo di limitare al minimo l’esposizione verso questa tipologia di strumento, anche in considerazione del fatto che il tasso di default negli Stati Uniti si trovi in fase di crescita. Alla luce di queste considerazioni, in conclusione, riteniamo che le obbligazioni convertibili rappresentino un‘asset class adeguata anche per l’anno nuovo, in quanto riescono a portare all’Investitore un guadagno soddisfacente grazie all’opzione implicita di conversione in titolo azionario (nel 2020 l’indice UBS Thomson Reuters Global Focus Convertible in euro ha totalizzato quasi il +16%), senza precluderci la possibilità di combinarle in un portafoglio resiliente e poco volatile.