USA, le priorità dei primi 100 giorni di Biden

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Storicamente il mercato azionario statunitense ha ottenuto buoni risultati indipendentemente da quale partito controllasse Washington. Ciò include molti periodi in cui i democratici hanno governato la Casa Bianca ed entrambe le Camere del Congresso – tra cui spicca il +26% dello Standard & Poor’s 500 in uscita dalla crisi finanziaria globale nel 2009. Allo stesso modo, dopo le elezioni del 5 gennaio in Georgia il mercato azionario statunitense ha segnato una ripresa. Con il ruolo del vicepresidente Kamala Harris a fare da ago della bilancia, i democratici ora controllano il Senato con un margine sottile. Le azioni statunitensi hanno raggiunto i massimi storici l’8 gennaio e continuano a registrare guadagni modesti su base annua.

Inoltre, le prospettive per l’economia degli Stati Uniti sono marginalmente migliori in una struttura di potere politico in cui i democratici potrebbero essere in grado di far passare, tra le altre priorità di spesa, proposte di stimolo più consistenti e una maggiore spesa per progetti infrastrutturali. Peraltro, sembra possibile il raggiungimento di una crescita del 4%, grazie allo stimolo del governo, a vaccinazioni rapide e a una ripresa organica dalla recessione del 2020. La preoccupazione, tuttavia, è per il tasso di disoccupazione (attualmente al 6,7%), che potrebbe scendere più lentamente di quanto la maggior parte degli economisti si aspetta tra l’aumento dei licenziamenti e la riorganizzazione dell’economia a un regime post-pandemico di lavoro leggero.

È probabile che le iniziative politiche prioritarie per l’amministrazione Biden includano un modesto aumento dell’imposta sul reddito delle società, che in precedenza sembrava essere fuori dal tavolo delle trattive, quando i repubblicani controllavano il Senato. Il Tax Cuts and Jobs Act del 2017 – l’atto legislativo più significativo approvato dal presidente Donald Trump – ha ridotto le aliquote dell’imposta sul reddito delle società dal 32% a circa il 21%. Sotto la nuova amministrazione, c’è una buona possibilità che quel numero salga gradualmente a circa il 25%, rispetto al 28% proposto durante la campagna. Probabilmente a un certo punto si avranno aumenti delle imposte sulle società, ma saranno mitigati dalle preoccupazioni dei democratici centristi che non vogliono spingersi troppo oltre troppo in fretta.

Lo stesso vale per molti altri temi scottanti, come una tassazione più elevate per i privati più facoltosi e l’aumento del salario minimo federale, entrambe in cima alla lista delle promesse elettorali di Biden. Alcuni di questi senatori democratici saranno in corsa per la rielezione nel 2022 e potrebbero non voler correre con un programma di aumento delle tasse – soprattutto in un momento in cui le maggioranze al Senato e alla Camera sono così risicate. Anche l’ambiente e il cambiamento climatico potrebbero essere in primo piano, comprese le politiche per incoraggiare gli investimenti green e maggiori requisiti di informativa per le società quotate relative a questioni ambientali, sociali e di governance (ESG).

Un altro problema che probabilmente sorgerà durante il primo anno in carica di Biden è una maggiore regolamentazione del settore tecnologico. Sia i democratici che i repubblicani hanno sostenuto la necessità di un giro di vite per le Big Tech in vari modi, tra cui un’applicazione dell’antitrust più aggressiva e l’eliminazione di alcune tutele normative di lunga data a favore delle società Internet. Questa è un’altra area in cui l’esito del ballottaggio in Georgia ha avuto un grande impatto perché un Senato repubblicano avrebbe potuto bloccare le nomine di Biden alla Federal Trade Commission e alla Divisione Antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ma ciò non accadrà con un Senato diviso a metà.

Di tutte le questioni che competono per l’attenzione di Biden, tuttavia, nessuna avrà una priorità più elevata del COVID relief e degli sforzi a favore della ripresa economica già in corso. Come il presidente ha dichiarato in un annuncio del 14 gennaio, cercherà una rapida approvazione di un pacchetto di spesa da 1.900 milardi di dollari che include 400 miliardi per la distribuzione di vaccini e riaperture scolastiche, 350 miliardi per aiutare i governi statali e locali e 1.400 di pagamenti diretti ai cittadini e, tra le altre cose, anche l’assistenza ai disoccupati.

L’annuncio è arrivato il giorno dopo che la Camera si è mossa per l’impeachment a Trump, il che significa che un processo al Senato potrebbe scontrarsi nei tempi con le deliberazioni di aiuti per il COVID e provocare ritardi legislativi. Per i primi 100 giorni di mandato, la priorità di Biden sarà COVID, COVID, COVID, per il semplice motivo che tutto il resto dipende dall’evoluzione nella gestione della pandemia.