BCE vicina al “tasso di inversione”

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Alcuni membri del Consiglio direttivo della BCE sono chiaramente preoccupati dall’apprezzamento dell’euro, al punto da parlare della possibilità di tagliare ulteriormente il tasso di deposito, uno strumento che era stato ampiamente ignorato nelle recenti discussioni politiche incentrate sul duetto PEPP/TLTRO che fornisce sostegno all’economia rendendo la politica fiscale finanziariamente possibile e aiutando le banche. Continuiamo a pensare che siamo molto vicini al “tasso di inversione”, cioè il punto oltre il quale tagliare i tassi fa più male che bene, soprattutto perché la capacità della BCE di mitigare l’impatto di tale politica sulle banche è limitata. Siamo anche sorpresi dalla prominenza della questione del tasso di cambio. A partire da venerdì scorso, l’euro si è apprezzato di meno del 3% rispetto alle previsioni della BCE per il 2021 pubblicate il 10 dicembre, il che difficilmente sposterebbe l’ago dell’inflazione e della crescita.

A nostro parere, il pendolo ha già oscillato indietro sul tasso di cambio. Anche se vedremo una certa volatilità, dato che Biden dovrà scendere a compromessi per far passare la sua politica fiscale, ci sono molte ragioni per pensare che l’economia statunitense supererà significativamente l’Europa nel 2021, e la spinta verso l’alto dei tassi d’interesse americani a lungo termine dovrebbe alla fine ricreare un interesse estero per gli asset denominati in dollari. Al di là del ruolo della politica fiscale – e del fatto che l’economia statunitense era già in ogni caso più resiliente prima dell’arrivo dell’ondata invernale di Covid – anche il divario sul fronte sanitario si sta ampliando. Gli Stati Uniti non stanno facendo bene come il Regno Unito sulla vaccinazione, ma restano ampiamente in vantaggio rispetto all’Europa.

Questo va oltre il tasso di cambio, o le considerazioni puramente macroeconomiche. Siamo preoccupati che la “lockdown fatigue”, esacerbata dalle critiche crescenti sulla gestione degli acquisti di vaccini da parte di Bruxelles, possa alimentare i movimenti populisti che non sono andati così bene in Europa dall’inizio della pandemia. Le elezioni anticipate possono ancora essere evitate in Italia se si trova un altro patto di coalizione tra PD, M5S e Italia Viva. Se questo scenario di base non si concretizzerà, avremo un test importante per l’Europa nella prima metà del 2021. Gli Stati Uniti sono stati la principale fonte di “volatilità politica” in questi ultimi mesi. Speriamo che ora l’Europa riesca a non assumere quel ruolo.