Bain & Company, oltre un miliardo di dollari in consulenza su progetti pro-bono

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La pandemia ha senza dubbio accelerato alcuni trend già in atto, tra cui quello della sostenibilità, non solo intesa come tutela ambientale, ma anche in termini di impatto sociale, portando in primo piano nel dibattito pubblico questo tema e conferendogli un’urgenza ancora maggiore a livello globale e in tutti i settori industriali.

Bain & Company, da sempre attenta all’impatto delle proprie attività, e consapevole di poter giocare un ruolo cruciale nei cambiamenti a lungo termine, offre pro-bono – in un arco dieci anni – i suoi servizi di consulenza per un valore di 1,1 miliardi di dollari.

L’impegno di Bain è dedicato a progetti declinati a livello locale e che toccano diversi temi: l’istruzione, lo sviluppo economico, l’ambiente, la giustizia sociale e l’inclusività. “Come Bain supportiamo e amplifichiamo questi trend di sostenibilità e di impegno sociale attraverso ciò che sappiamo fare meglio, cioè facendo leva sulle nostre competenze distintive e la profonda conoscenza del mercato mettendo a disposizione delle organizzazioni con cui condividiamo questi valori i nostri servizi professionali. Lo facciamo a nostro totale investimento perché pensiamo che tali elementi siano fondativi per il nostro paese, e non solo. Il team italiano si è distinto quest’anno a livello globale per il suo impegno diffuso che si è concretizzato nella collaborazione con numerose organizzazioni di caratura internazionale e che da anni sono fortemente impegnate nel sociale”, commenta Roberto Prioreschi, Managing Director di Bain per Italia e Turchia.

Oltre due anni fa, Bain Italia ha deciso infatti di dedicare tempo e risorse alle questioni sociali ed ambientali: Bain Social Impactaiuta pro-bono organizzazioni no-profit e imprese sociali. Oltre il 30% dei dipendenti dell’azienda è attivamente coinvolta, su base volontaria e spesso on-top all’attività lavorativa nel promuovere e strutturare progetti “sociali”, oltre ad organizzare attività di volontariato e sensibilizzazione interna ed esterna.

A titolo di esempio, nel 2020 Bain Italia ha collaborato con realtà internazionali come WWF e Endeavor tramite progetti pro-bono, sviluppando collaborazioni che avranno durata (e impatto) pluriennale. Allo stesso tempo si è impegnata su diversi programmi di fundraising nel periodo emergenziale, aiutando la Croce Rossa anche tramite assistenza al call center nel periodo di “massimo picco”. Tramite progetti più flessibili basati su effort volontario dei dipendenti, ha inoltre collaborato attivamente su sette iniziative avviate da ONG e start-up sociali italiane, attive in settori molto diversi fra loro: dalla prevenzione del cancro alla tutela dei migranti, dagli incubatori di start-up per stranieri alla produzione tessile in istituti carcerari.

“Nel corso del 2020 abbiamo realizzato progetti pro-bono per circa 3 milioni di Euro di investimento equivalente. Nello specifico, ci siamo focalizzati sui temi legati alla difesa dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile nel nostro Paese, particolarmente importanti proprio in questa fase pandemica. Abbiamo avuto l’onore di lavorare al fianco di partner prestigiosi sia a livello locale (Asvis, FIS) che internazionale (Endeavor e WWF) e intendiamo proseguire con queste collaborazioni anche negli anni futuri. Il nostro modo di dare un contributo concreto è fare quello che sappiamo fare meglio a supporto della sostenibilità” aggiunge Franco Baronio, Partner di Bain & Company e Coordinatore Social Impact per l’Italia.

Per comprendere quanto l’aspetto sociale stia assumendo un’importanza crescente in tutti i settori, è sufficiente guardare alle attuali dimensioni e all’estensione del mercato dell’impact investing: nel 2020 questa tipologia di investimenti ha infatti pesato per oltre 700 miliardi di dollari (+150% in 2 anni), coinvolgendo oltre 1.500 soggetti, per l’80% in Nord America e in Europa.

Solo nel Vecchio Continente, il mercato vale quasi 150 miliardi di euro, cresciuto, dal 2013 ad oggi, di quasi 130 miliardi di euro[1]. In Italia, secondo la ricerca Tiresia Social Impact Outlook, nel 2018 ammontavano a 210 milioni di euro gli asset di gestori e investitori italiani che rispondevano a logiche di impact investing e si ipotizza che entro il 2021 gli asset gestiti possano raggiungere quota €400 milioni.

Secondo le stime della Fondazione Social Venture GDA (Bain Partner), questo potrebbe significare un investimento medio annuo di almeno €20 milioni a regime, a fronte di una stima attuale che si aggira intorno a €6-10 milioni annui.

“Se da un lato il settore è ancora in una fase di consolidamento, a fronte delle dimensioni del mercato globale, dall’altro evidenzia segnali di crescita e buoni fondamentali per attirare nuovi investitori che cercano progetti ad impatto sociale, ambientale e culturale, oltre a un rendimento finanziario” conclude Franco Baronio.