Dietro ogni nuvola c’è un raggio di sole

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Nonostante l’attuale situazione di tensione pandemica in Europa, si sta diffondendo la speranza di una forte ripresa economica. I più recenti indicatori di sentiment in Europa, gli indici PMI, riflettono un quadro quasi euforico, soprattutto per il settore manifatturiero.

I mercati azionari accolgono positivamente questi scenari e i titoli europei – nonostante un contesto di ripresa economica più lenta – hanno messo a segno incrementi superiori rispetto a quelli USA.

Riteniamo che ci siano buone ragioni per essere ottimisti, certo è che fino a quando non si raggiungerà l’immunità di gregge grazie alla campagna vaccinale bisognerà rimanere prudenti. I rischi per la salute non sono ancora stati scongiurati.

La nostra attuale strategia di investimento rimane coerente anche in uno scenario di inflazione in crescita moderata.

Investire in attività come le azioni e, in particolare, sovrappesare  aree esposte alla crescita globale e alle materie prime, come i  mercati emergenti (EM),  e quelle dove è maggiore l’incidenza dei settori ciclici/value, come l’Europa; mantenere un posizionamento sottopesato su titoli di Stato core, riducendone la durata; e aumentare il posizionamento su obbligazioni legate all’inflazione, può rivelarsi utile per far fronte al problema del rialzo dell’inflazione.

Rimaniamo positivi sui Mercati Emergenti tenuto conto, sul lato azionario, della loro crescita del PIL più elevata e, sul lato obbligazionario, dei loro maggiori rendimenti. Tuttavia, il rallentamento del PIL cinese ci porta ad attuare un approccio più difensivo e prudente nei confronti delle obbligazioni di questa area, riducendone la durata e ipotizzando un focus opportunistico sulle obbligazioni in valuta forte.

E’ importante essere più selettivi sui Paesi con squilibri in termini di elevate percentuali di debito pubblico finanziato in dollari e con un basso livello di riserve valutarie, e/o sui Paesi ad alto rischio politico.

I rendimenti dei portafogli obbligazionari, al netto delle commissioni, si limiteranno a coprire l’inflazione, con rendimenti reali pari a zero o negativi. Pertanto, il suggerimento che forniamo ai nostri clienti è quello di aumentare il peso a favore delle azioni, allungando l’orizzonte temporale di investimento e accettando un aumento della volatilità.

In ogni caso, l’attuale ambiente di bassi rendimenti nominali rischia seriamente di diventare una situazione sempre penalizzante per gli investitori completamente orientati alle obbligazioni.

Le azioni appaiono invece sostenute non solo dallo scenario di tassi bassi, ma anche dall’impegno dei governi a utilizzare la politica fiscale per stimolare la crescita del PIL, beneficiando dell’effetto moltiplicatore. Vale anche la pena considerare che, dopo la recente approvazione dell’American Rescue Plan, Biden ha proposto un ulteriore stimolo fiscale di  2.250 miliardi di dollari, incentrato su infrastrutture ed energia pulita, anche se il pacchetto sarà pluriennale e finanziato da un aumento dell’aliquota dell’imposta sulle società. In Europa, poi, il programma Next Generation EU dovrebbe essere considerato come il punto di partenza della futura politica fiscale comune dell’UE.