Punto di equilibrio

-

Da più di un anno ormai i megatrend scandiscono il ritmo dei mercati. Nei primi mesi successivi allo storno di metà marzo 2020 hanno prevalso i titoli di crescita a lungo termine, guidati dai tecnologici e accompagnati da tassi d’interesse ai minimi storici. La fine dell’estate e l’inizio dell’autunno si sono rivelati, invece, meno facili da interpretare. Mentre i tassi d’interesse si stavano stabilizzando, o iniziavano addirittura a risalire, i mercati azionari oscillavano tra “riapertura” e “stay at home” a seconda delle notizie sul fronte sanitario. Dopo l’annuncio dello sviluppo di un vaccino contro il Covid-19, ecco emergere una nuova tendenza. La prospettiva della riapertura dell’economia globale, il forte rimbalzo dell’attività manifatturiera e l’annuncio da parte di Joe Biden di nuovi piani di stimolo hanno portato a un forte rally dei titoli ciclici e Value, oltre a un forte aumento dei tassi d’interesse. Il decennale USA è così passato dallo 0,9% di inizio dicembre a oltre l’1,7% a fine marzo.

Dall’inizio di aprile, tuttavia, sembra che questo trend si stia affievolendo, o che si sia preso una pausa. I tassi a lungo termine statunitensi sono scesi e il Growth sembra riconquistare terreno sul Value mentre i mercati azionari si attestano su livelli estremi a seconda degli indici. Dopo cinque mesi di sovraperformance, le valorizzazioni dei titoli ciclici, in Europa in particolare, sono di gran lunga superiori alla media dell’ultimo ciclo. La maggior parte dei principali indici mondiali ha raggiunto livelli elevati considerando anche il P/E corretto per il ciclo e gli indicatori del sentiment hanno raggiunto massimi che non si toccavano da anni ormai, così come gli indicatori macroeconomici. L’attività manifatturiera, in particolare, dove diversi dati hanno registrato dei livelli record, potrebbe aver raggiunto il picco in termini di ritmo di ripresa mentre i colli di bottiglia nella catena del valore stanno iniziando a condizionare il livello della produzione.

Semplice pausa o preludio di una svolta e dell’inizio di un altro trend? Come spesso succede, la verità sta nel mezzo. Sul piano macroeconomico le tensioni nella catena di produzione potrebbero rallentare la dinamica a breve termine. A medio termine, tuttavia, la graduale riapertura di settori dell’economia duramente colpiti dalla crisi sanitaria, i piani di stimolo negli Stati Uniti e in Europa, e la tendenza addirittura alla reindustrializzazione nei Paesi occidentali, continueranno probabilmente ad alimentare una forte espansione economica con un trend inflazionistico. In questo senso, la recente flessione dei tassi d’interesse segnerebbe soltanto una pausa prima di una nuova fase rialzista.

Lato mercati, i livelli di valorizzazione raggiunti e l’appetito per il rischio invitano alla prudenza nel breve termine. Quanto al futuro, se crediamo che sia rimasto del potenziale per i titoli ciclici, la qualità diventerà un criterio di selezione prevalente dopo una fase iniziale in cui la differenziazione è stata ben poco considerata. In questo senso, la tendenza che ha prevalso negli ultimi mesi potrebbe essere messa in discussione. Di fronte al rischio di contrazione dei margini a causa delle interruzioni nelle linee di produzione, saranno da preferire le aziende dai bilanci sani, sia nel Value sia nel Growth, con posizioni di leadership e un pricing-powerragionevole. Sembra quindi probabile che nella seconda metà dell’anno si vada verso mercati meno binari.