A Woman’s Place. Promuovere la partecipazione femminile alla forza lavoro per aumentare la crescita economica a lungo termine

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Risolvere la questione della disuguaglianza di genere sul posto di lavoro significa sostenere la crescita economica a lungo termine. È quanto emerge dalla ricerca dell’Aberdeen Standard Investments Research Institute, basata sui dati di 31 paesi dal 2002 al 2016, che fornisce i temi fondamentali su cui le politiche attive dei governi dovrebbero concentrarsi per superare il gender gap.

Le difficoltà sproporzionate causate alle donne dal Covid-19 richiedono un’azione urgente da parte dei governi e delle aziende per affrontare la disuguaglianza di genere sul lavoro. I lockdown hanno colpito più duramente i lavori a bassa retribuzione nel settore dei servizi, tipicamente occupati da donne. Le donne hanno sopportato e continuano a sopportare il peso dell’educazione, della cura dei bambini e dei lavori domestici, pur lavorando. Le donne, inoltre, hanno molte più probabilità degli uomini di affrontare un trade-off tra lavoro retribuito e non retribuito, guardando alle responsabilità extra-professionali. Di conseguenza, lavorano meno, e quando lavorano, lo fanno mediamente per meno ore, alimentando il divario di genere nella retribuzione, nel progresso e nelle opportunità. Questo rappresenta un enorme spreco di risorse e un freno all’economia.

Generalmente il dibattito su diversità e inclusione si concentra sull’importanza della giustizia sociale sul posto di lavoro e nella società. Ma vi è anche un potente elemento legato all’efficienza. Aumentare la diversità e l’inclusione nella forza lavoro può migliorare profitti e crescita. Una maggiore partecipazione femminile può aumentare la produttività facendo un uso migliore del capitale umano. Comprendendo le politiche e gli altri vincoli che limitano la piena partecipazione delle donne alla forza lavoro, i governi saranno in grado di affrontare meglio le sfide di crescita a lungo termine e gli investitori saranno in grado di valutare meglio la diversità e le prospettive di crescita.

I risultati della ricerca A Woman’s Place hanno portato l’ASI Research Institute a definire cinque azioni chiave per i politici e per le aziende che puntano ad aumentare la partecipazione femminile al mondo del lavoro.

  1. Garantire che gli uomini abbiano accesso al congedo di paternità così che l’onere delle interruzioni di carriera legate ai figli sia più equamente condiviso.
  2. Riformare i sistemi di tassazione per ridurre i cunei fiscali sul secondo reddito e sulle famiglie monoparentali, dato il chiaro impatto negativo che questo ha sulla partecipazione femminile. La prevalenza di queste distorsioni non fa che rafforzare l’ingiusto trade-off famiglia/lavoro che le donne devono affrontare.
  3. Considerare sia la quantità sia la qualità del lavoro femminile. Data la realtà del trade-off famiglia/ lavoro, il lavoro part-time e regimi di occupazione flessibile a breve termine sono importanti per dare alle donne l’opportunità di mantenere il proprio legame con il mondo del lavoro.
  4. Rafforzare la performance e la resilienza dell’economia nel suo complesso, sia in termini di crescita potenziale sia di ridotta ciclicità di tale crescita, può rafforzare i mercati del lavoro per facilitare una maggiore partecipazione generale. I due maggiori motori della partecipazione femminile sono stati l’istruzione, legata allo sviluppo economico, e la partecipazione maschile.
  5. Pubblicare più dati e di migliore qualità in modo che sia possibile monitorare ciò che le aziende stanno facendo, capire cosa funziona davvero in termini di miglioramento su Diversità e Inclusione e come questo si colleghi alla performance aziendale. Gli investitori hanno un ruolo fondamentale nell’incoraggiare le aziende a pubblicare queste informazioni.

Il ruolo cruciale di governi e aziende

“La situazione emersa dalla pandemia – conclude Stephanie Kelly – non farà che peggiorare con l’invecchiamento della popolazione e il calo dei tassi di natalità. Per questa ragione i governi e i datori di lavoro hanno un ruolo cruciale, anzi una responsabilità, nel promuovere l’uguaglianza sul posto di lavoro. I governi e i datori di lavoro agiscano rapidamente per rendere il posto di lavoro più accogliente per le donne. In termini sia di equità sociale sia di efficienza economica, è la cosa giusta da fare”.