Boom di IPO in Brasile con la “new economy”

-

Quando si investe ha senso a volte tornare a guardare ad aree che sono state trascurate. Al momento ad esempio se si guarda al Brasile si scopre un dato interessante: vi è un numero sorprendente di che aziende che si stanno quotando.

Oltre 40 società hanno intenzione di quotarsi quest’anno sulla borsa locale B3, dopo le 28 IPO del 2020, il numero più elevato dal 2007. Un tale livello di attività è notevole se si pensa che il Brasile è l’economia più grande di una regione che è stata tra le più colpite dalla pandemia.

I timori legati alla sostenibilità delle finanze pubbliche, al brusco aumento dell’inflazione che ha portato la banca centrale ad alzare i tassi, e all’incertezza riguardo alle elezioni del prossimo anno, hanno pesato sui mercati finanziari brasiliani di recente.

In questo contesto è incoraggiante vedere che i mercati dei capitali continuano a funzionare bene, sia in termini di emissioni azionarie che di disponibilità di finanziamenti creditizi.

Il caso della ‘new economy’

L’altra parte della storia è l’orizzonte di lungo termine.

Le aziende disruptive della new economy stanno impostando un’agenda legata a rinnovabili, commercio elettronico e fintech, lasciando indietro i settori della ‘old economy’, come le materie prime.

Alcune di queste aree hanno beneficiato del cambiamento dei consumi legato alla pandemia e la nostra convinzione sulla ‘new economy’ è stata rafforzata dall’emergere di nuovi attori più agili.

Tuttavia, i rischi legati alle IPO non dovrebbero essere sottostimati: gran parte delle aziende che si sono quotate in Brasile l’anno scorso hanno sottoperformato rispetto all’indice Ibovespa, soprattutto nel settore delle costruzioni. Quindi, come sempre, il processo di valutazione è essenziale.

Tre esempi di aziende della ‘new economy’ brasiliana con IPO negli ultimi sei mesi

Aeris, il principale produttore di pale eoliche in America Latina, fondato nel 2010, ha partner in tutto il mondo, tra cui Vestas e General Electric. Dovrebbe beneficiare non solo della crescita del settore eolico, ma anche dall’esternalizzazione della produzione di pale da parte di gruppi di turbine più grandi.

Mobly, rivenditore di mobili e accessori per la casa che combina digitale e negozi fisici, il cui primo azionista è l’azienda tedesca di arredamento Home24, quotata a sua volta a Francoforte. Ha generato alti margini di profitto negli ultimi anni, con quasi il 70% di vendite online.

Mosaico, una piattaforma per confrontare i prezzi online, è nato nel 2010 e ha recentemente siglato una partnership con BTG Pactual, la banca di investimenti brasiliana, per gestire un portafoglio digitale. Questo le permetterà di partecipare alla crescita del settore dei pagamenti digitali, una delle maggiori tendenze a livello globale, accelerata dal Covid-19.

Cambiamenti strutturali

Un altro elemento strutturale è la crescita degli investitori retail nel mercato brasiliano. Un sondaggio effettuato da B3 a dicembre ha mostrato che nei primi 10 mesi del 2020 il numero di investitori individuali è cresciuto dell’88%, a 32 milioni, rispetto al 2019.

Infine, un trend in ascesa in Brasile è la crescita dei nuovi asset manager azionari, in molti casi fondati da ex manager di grandi gruppi che hanno avviato nuovi progetti, sfruttando il contesto fiscale favorevole.

Cosa aspettarsi dai mercati brasiliani

Guardando avanti ci aspettiamo che il trend delle IPO continuerà nel segmento delle società statali. L’impegno dichiarato del governo a cedere il controllo rende queste attività potenzialmente più attraenti. Caixa Seguridade, il ramo assicurativo della banca per lo sviluppo Caixa Economica, si è quotata su B3 alla fine di aprile, raccogliendo quasi 890 milioni di dollari in un’offerta secondaria.

Riteniamo vi siano anche alcuni titoli ‘value’ che sono stati svenduti e che offrono un potenziale rialzo con la ripresa dell’economia, soprattutto i centri commerciali. La ripresa in Cina aprirà anche a maggiori opportunità nei segmenti di ferro e acciaio.

Ovviamente l’orizzonte non è del tutto terso e permangono alcune nubi. La spesa pubblica legata alla pandemia l’anno scorso è stata pari al 17% del Pil, e ha portato a un debito più elevato, attorno al 100% rispetto al Pil, escludendo le riserve in dollari, sulla base dei dati del FMI.

L’ultima ondata di Covid-19 e la nuova variante hanno pesato sul ritmo della ripresa economica. Tuttavia, il tasso di contagio sta diminuendo e il ritmo di vaccinazioni dovrebbe accelerare rapidamente nei prossimi mesi. Detto ciò, con le elezioni attese per il 2022, bisognerà bilanciare ancora una volta politica fiscale convenzionale e convenienza politica.

Una campagna vaccinale efficiente sarà essenziale per la ripresa economica, ma guardando oltre la pandemia sembra che un cambiamento strutturale si stia consolidando nell’azionario brasiliano.