Verso la neutralità climatica: strategie, sfide e strumenti per gli investitori

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Gli operatori finanziari possono svolgere un ruolo essenziale nel percorso verso la neutralità climatica (in inglese “net-zero”) attraverso le proprie scelte di investimento. Questo obiettivo rimane però complesso: per raggiungerlo, gli investitori devono infatti affrontare alcune sfide e conciliare strategie e strumenti diversi. Il nuovo paper del Forum per la Finanza Sostenibile “Obiettivo ‘net-zero’: come raggiungerlo?” (finance4zero.org), realizzato in collaborazione con Eurosif, propone una visione d’insieme delle opportunità e criticità insite nel percorso verso la neutralità climatica. Si evidenzia come gli attori finanziari possono tradurre l’obiettivo “net-zero” nelle politiche di investimento, anche grazie alla collaborazione con aziende e decisori politici. Inoltre il paper, che sarà presentato in un evento a Ecomondo, sottolinea l’importanza di interventi rapidi e incisivi per contenere le emissioni climalteranti: anche se gli strumenti perfetti o le migliori politiche sono di là da venire, il momento migliore per agire è adesso.

L’obiettivo “net-zero”

“Zero emissioni” significa raggiungere l’equilibrio complessivo tra le emissioni di gas serra generate dall’attività umana e quelle assorbite. Per centrare questo obiettivo è necessario ridurre drasticamente e rapidamente le emissioni climalteranti, optando per l’assorbimento o la compensazione solo per quelle inevitabili.

Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la neutralità climatica entro il 2050 è necessaria per limitare, entro la fine del secolo, il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e, possibilmente, entro 1,5°C (come stabilito dagli Accordi di Parigi). Con il Green Deal, l’Unione Europea si è data l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Lo stesso hanno fatto gli Stati Uniti, mentre la Cina si è impegnata a ottenere questo risultato entro il 2060.

Il contributo degli operatori finanziari

Gli operatori finanziari possono contribuire a raggiungere l’obiettivo “net-zero” finanziando soluzioni a basse emissioni di carbonio e sostenendo la transizione nei settori ad alte emissioni. Inoltre, tenere in considerazione la neutralità climatica nelle politiche di investimento è utile per mitigare i rischi legati al clima, sia fisici, sia di transizione (per es. gli effetti della decarbonizzazione sui livelli occupazionali), così come per identificare nuove opportunità di investimento in aziende particolarmente promettenti in una nuova economia a basse emissioni.

Decarbonizzare l’economia reale

La neutralità climatica è, a vari livelli, un obiettivo complesso per gli operatori finanziari. Per integrarla nelle politiche di investimento, gli investitori dovrebbero tenere a mente che il fine ultimo deve essere la decarbonizzazione dell’economia reale. Occorre quindi aumentare gli investimenti in aziende con obiettivi ambientali credibili e in grado di fornire prove della solidità dei loro piani di riduzione delle emissioni.

Le sfide per gli investitori

Il paper analizza alcune delle sfide più frequenti che gli investitori si trovano ad affrontare per allineare i portafogli all’obiettivo “net-zero”:

  • Scegliere lo scenario climatico: sul mercato ce ne sono diversi, con conseguenti differenze nella definizione degli obiettivi di investimento.
  • Sopperire alla mancanza di dati: un numero insufficiente di aziende divulga correttamente la quantità di emissioni di gas serra che rilascia nell’atmosfera. Gli investitori ricorrono spesso a stime e dati previsionali, ma non sempre c’è chiarezza sui metodi con cui vengono calcolati.
  • Ridurre le emissioni relative alla catena del valore (di Scope 3): i dati disponibili sulle emissioni di Scope 3 sono inadeguati e, inoltre, non completamente affidabili. È necessario avviare un dialogo con le aziende su questo tema e, nel frattempo, colmare le lacune informative con approssimazioni e stime.
  • Gestire i vincoli di portafoglio bilanciando gli obiettivi ambientali con le esigenze finanziarie (per es. ottenere adeguati rendimenti e assicurare la diversificazione).

Gli strumenti “net-zero”: scegliere il giusto mix

Il paper identifica quattro azioni da includere nelle strategie “net-zero”. Prima di tutto, è necessario calcolare le emissioni finanziate in tutto il portafoglio, misurando l’impatto delle attività sostenute dagli investimenti sul cambiamento climatico, con dettagli sulle emissioni assolute e sull’intensità delle emissioni. È inoltre opportuno fissare obiettivi a livello di portafoglio, con riferimento a ogni settore e asset class. Questi obiettivi dovrebbero avere un orizzonte di medio e di lungo termine ed essere realistici e misurabili. Infine, occorre rendicontare periodicamente i progressi raggiunti.

L’importanza della collaborazione tra i diversi attori

Un’efficace strategia “net-zero” richiederà azioni sinergiche da parte di vari attori. In particolare:

  • I decisori politici sono cruciali per creare un ambiente normativo e politico che supporti la neutralità climatica (anche attraverso provvedimenti tariffari); inoltre, possono pianificare investimenti strategici e mitigare i rischi nei settori ad alta emissione.
  • Le aziende possono definire percorsi di decarbonizzazione misurabili e ambiziosi e rendicontarli
    adeguatamente, colmando le attuali carenze informative.
  • Gli operatori finanziari possono intraprendere azioni di engagement ambiziose, trasparenti e orientate ai
    risultati con le aziende e i decisori politici. Gli asset owner dovrebbero incoraggiare gli asset manager ad allineare i loro portafogli a traiettorie “net-zero”. Questi ultimi dovrebbero fare il possibile per integrare la neutralità climatica nelle strategie di investimento, anche se il contesto attuale non è ancora perfettamente adatto allo scopo.

“Gli obiettivi net-zero devono essere assunti con una logica di sistema: diventare parte integrante sia delle politiche pubbliche in campo ambientale, sia delle strategie di sviluppo di aziende e operatori finanziari. Decarbonizzare significa riorientare gli investimenti verso settori più promettenti sul piano economico e più efficaci nella lotta all’emergenza climatica”, dichiara il Segretario generale del Forum Francesco Bicciato.