ETF – A gennaio afflussi record in Europa

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Azioni:

Non solo gli ETF domiciliati in Europa hanno rappresentato un nuovo record, ma sono stati da record anche gli afflussi negli ETF azionari, pari a 23 miliardi di euro. Gli indici mondiali hanno rappresentato la maggior parte di queste allocazioni, con una raccolta di 10,5 miliardi di euro. Anche le strategie degli Stati Uniti e del Nord America hanno performato bene, attirando 5,2 miliardi di euro, mentre le strategie dell’Europa hanno registrato afflussi per 4 miliardi di euro. Le esposizioni settoriali e tematiche hanno registrato un mese eccezionalmente forte raccogliendo 5,4 miliardi di euro, di cui 2,6 miliardi di euro destinati al segmento finanziario. Ciò riflette la notevole performance del settore dal momento che l’impatto della pandemia ha iniziato ad attenuarsi nei bilanci delle società e le azioni di questo comparto dovrebbero beneficiare della ripresa e di rendimenti più elevati. Le strategie smart beta hanno raccolto 3,6 miliardi di euro, determinati per la maggior parte dall’allocazione nel value, pari a 2,2 miliardi di euro, con gli investitori che hanno invertito l’avversione per questa strategia manifestata nella seconda metà dello scorso anno.

Le strategie ESG hanno mantenuto una notevole performance raccogliendo 4,9 miliardi di euro. Le strategie ESG di Stati Uniti e Nord America hanno raccolto 2 miliardi di euro, circa il 38% delle allocazioni complessive di questa regione. Gli indici ESG globali hanno ottenuto 915 milioni di euro, circa il 9% degli afflussi totali in questa strategia. Si tratta di un flusso inferiore nelle strategie ESG di queste due regioni rispetto allo scorso anno. Nel 2021 le strategie ESG hanno raccolto rispettivamente il 59% e il 37% delle allocazioni del Nord America e globali. Ciò potrebbe indicare una forte propensione al rischio degli investitori a gennaio che ha prevalso sulla rotazione dagli indici tradizionali alle strategie ESG.

Obbligazioni:

Gli investitori europei hanno privilegiato il debito governativo rispetto al debito societario, registrando rispettivamente 1,2 miliardi di euro e 883 milioni di euro. Nel segmento del debito governativo, gli investitori hanno manifestato una preferenza per le obbligazioni cinesi con afflussi pari a 1,1 miliardi di euro, mentre hanno ridotto di 691 milioni di euro l’esposizione alle obbligazioni dei mercati emergenti. Le allocazioni verso le strategie price sensitive sono state inferiori a quelle dei mesi precedenti, con le sole inflation-linked globali che hanno raccolto 257 milioni di euro. Gli investitori hanno disinvestito 657 milioni di euro dalle strategie inflation-linked degli Stati Uniti. Ciò sembra controintuitivo vista l’attuale incertezza su quanto salirà l’inflazione. Il debito societario ha catturato 883 milioni di euro, con gli investitori che hanno allocato 790 milioni di euro nel debito corporate degli Stati Uniti e 517 milioni in quello dei mercati emergenti. Gli investitori si sono tenuti lontani dai titoli “High Yield”, con 302 milioni di euro di deflussi dall’ “High Yield” dell’Eurozona e 293 milioni di euro di deflussi dal segmento “High Yield” globale. Gli investitori hanno collocato 1,4 miliardi di euro nel reddito fisso ESG, con il debito societario dei mercati emergenti e quello globale che hanno raccolto rispettivamente 437 e 320 milioni di euro. Gli investimenti complessivi nel debito societario dei mercati emergenti sono stati pari a 517 milioni di euro mentre gli afflussi netti nel segmento societario globale sono stati pari a 293 milioni di euro, indicando una rotazione verso questa strategia.