La transizione energetica sarà il volano dell’M&A nel 2022

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L’anno appena concluso ha visto, nel settore Energia, una progressiva contrazione delle attività M&A, cresciute solo del 20% rispetto all’anno precedente, distanziandosi in modo significativo dai livelli pre-pandemia. Tra le motivazioni principali alla base del rallentamento del dealmaking, la stabilizzazione della domanda e la contemporanea adozione, da parte degli operatori, di un approccio più disciplinato e prudente nella gestione del capitale, in un contesto di perdurante incertezza.

“In uno scenario in fase di ristabilizzazione, con prezzi dei mercati all’ingrosso a premio e indici di performance ESG sempre più sfidanti, gli operatori del comparto devono rinnovare un approccio attivo alla gestione del portafoglio. Anche e soprattutto nel settore energetico, l’M&A potrà quindi diventare una leva strategica di crescita di valore nel percorso di riconversione industriale”, spiega Roberto Prioreschi, Managing Director di Bain & Company Italia e Turchia.

“Nel settore Energia, l’M&A rappresenterà sempre di più uno strumento multidimensionale per la realizzazione di concreti progressi sul fronte della sostenibilità, delle emissioni e della customer centricity. Sarà cruciale, per gli operatori, non solo la definizione di strategie e priorità, ma anche la capacità di mutuare le migliori pratiche dal mondo Private Equity: è necessario pensare e strutturare l’attività di M&A, ma è sempre più importante definire (ed eseguire) un solito e puntuale value creation plan per massimizzare il valore dell’acquisizione”, prosegue Alessandro Cadei, responsabile EMEA del settore Energia e Utility di Bain & Company.

Nel 2022, le operazioni M&A dell’industria saranno caratterizzate da sei principali temi legati alla transizione energetica:

  • Rendere più green il business esistente: gli operatori stanno chiudendo deal significativi volti a ridurre le emissioni di carbonio delle loro attività, in compliance al traguardo net zero;
  • Costruire hub di energia green: i deal stanno anche esprimendo gli sforzi delle aziende per andare oltre “l’ecologizzazione” delle loro operations e affrontare trasformazioni significative di input, processi e prodotti;
  • Riposizionare i portafogli in direzione della transizione energetica: le aziende stanno usando le operazioni di M&A per accelerare i cambiamenti nei propri portafogli: questo comporta sia cessioni di asset ad alto contenuto di carbonio che investimenti in asset future proof. I fondi di private equity giocheranno un ruolo importante in questa partita;
  • Costruire una catena di valore integrata: un’altra opportunità è rappresentata dalla proprietà dell’intera catena del valore per fornire prodotti e servizi integrati in ambito di transizione energetica;
  • Sfruttare l’M&A per trasformare i modelli di business: alcune aziende stanno scoprendo che estrarre pieno valore dagli asset della transizione energetica richiede loro l’acquisizione di nuove capacità per trasformare i modelli di business;
  • Fare investimenti strategici in start-up per acquisire tecnologia: un numero crescente di realtà farà investimenti early-stage in (o collaborerà con) giovani aziende che possano innescare e accelerare processi di innovazione e trasformazione.

“Se vogliono accelerare il percorso di transizione ecologica e combinare le loro competenze lungo la catena del valore,” conclude Cadei, “gli operatori non devono soltanto evolvere il playbook delle joint venture industriali, ma aprirsi a modelli più innovativi di collaborazione con i player finanziari”.