Prosecuzione della ripresa robusta dopo l’inverno esitante

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L’Area Euro verosimilmente continuerà a crescere a un ritmo superiore al tendenziale e complessivamente intorno al 4% nel 2022, seppure probabilmente più sottotono nella parte iniziale dell’anno per le persistenti strozzature sul lato dell’offerta, gli elevati prezzi dell’energia e le limitazioni alla vita sociale dovute alla circolazione del virus. È probabile un’accelerazione piuttosto vivace in primavera quando l’economia dovrebbe proseguire nel processo di normalizzazione, avanzando verso il ritorno ai livelli pre-crisi. I rischi per le prospettive appaiono alquanto bilanciati: l’eccesso di risparmio e il potenziale di maggiore domanda accumulata pongono rischi al rialzo, mentre i rischi al ribasso derivano principalmente dall’andamento del virus e dalle strozzature sul lato dell’offerta.

Nell’Area Euro l’inflazione pare destinata a collocarsi al di sopra dell’obiettivo, con un’inflazione complessiva media intorno al 3% in generale per il 2022. La tendenza dell’inflazione tuttavia sembra essere nettamente al ribasso, in discesa dal 5% su base annua (a/a) di fine 2021 a circa l’1,5% a/a per la fine del 2022. Al rallentamento dell’inflazione dovrebbero contribuire significativi effetti base negativi per i prezzi energetici nonché l’attenuarsi sia dei colli di bottiglia sul versante dell’offerta che degli effetti delle riaperture sui prezzi. La modesta crescita dei salari, uno storico di inflazione al sotto dell’obiettivo e l’impulso fiscale più moderato in risposta alla crisi contribuiscono a spiegare i motivi per cui l’inflazione nell’Area Euro si è rivelata in generale inferiore a quella registrata nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Le prospettive di inflazione moderata inducono a ritenere che la Banca Centrale Europea (BCE) si dimostrerà paziente rispetto al ritiro degli stimoli monetari, mantenendo il tasso di riferimento a −0,50% e continuando a effettuare acquisti netti di titoli, benché progressivamente ridotti, nell’orizzonte ciclico. Riguardo alla politica fiscale, un certo consolidamento è atteso nel 2022, benché in larga misura dovuto alla decadenza delle misure d’emergenza piuttosto che a interventi fiscali restrittivi veri e propri.