Dieci implicazioni per gli investitori

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La probabilità che il repricing si diffonda a livello globale non è bassa. Ciò richiede che le coperture siano mantenute in essere contro sviluppi più sfavorevoli. Più lunga è la “soluzione di breve termine”, maggiore è la probabilità di un aggiustamento durevole. Ciò porterebbe certamente le banche centrali ad abbandonare la loro attuale posizione aggressiva.

Il credito è il candidato principale per il repricing. Gli andamenti divergenti si intensificheranno con disallineamenti della liquidità sul mercato richiedendo un orientamento cauto e selettivo in questo segmento di mercato.

Le aspettative inflazionistiche di lungo termine saranno messe alla prova dalla sequenza russa (a partire dall’aumento dei prezzi dell’energia, fino ai prodotti agricoli e alle materie prime in generale…), ciò porterà all’aumento della volatilità delle obbligazioni.

Gli investitori dovrebbero ricercare attività finanziarie in grado di fornire rendimenti reali positivi. Nei mercati emergenti ancora più frammentati, in presenza di diversi livelli di impatto del conflitto, la selezione nel segmento del debito emergente sarà uno strumento di reddito rilevante. Inoltre, gli investitori dovrebbero mirare a ottenere un’esposizione che sia positivamente correlata all’inflazione (materie prime, Value, titoli high dividend, proxy di attività reali, credito cartolarizzato, tasso variabile…).

Le azioni saranno attraenti in ottica strategica perché offrono una fonte di rendimenti reali liquidi. Qui gli investitori dovrebbero favorire l’orientamento Value/qualità ed evitare azioni ‘a duration elevata’. Nel caso della diffusione a livello globale della crisi, le azioni globali potrebbero subire un sell-off per prime in virtù del loro elevato profilo di liquidità, ma alla fine recupereranno terreno. Seguirebbe un sell-off del credito, ma qui il potenziale di recupero sarà inferiore, date le valutazioni attuali.

Il cambiamento del profilo di rischio/ rendimento delle classi di attività tradizionali porterà all’emergere di nuovi segmenti ibridi di attività cross-asset che svolgeranno un ruolo chiave nella costruzione del portafoglio. La grande sfida dal punto di vista della costruzione del portafoglio sarà cosa inserire come attività core “sicura” sostituendo le obbligazioni, che sono messe alla prova da una crescente pressione inflazionistica. La cosiddetta ‘bondification’ delle azioni offre uno spazio per le azioni con caratteristiche di titoli obbligazionari che potrebbero ottenere lo status di attività core “sicura”. Questi sono titoli con alta visibilità sugli utili e basso debito.

Gli investitori dovrebbero resistere alla tentazione (elevata nelle fasi di turbolenza che richiedono un orientamento di risk-off) di rivolgersi alle obbligazioni come principale strumento di diversificazione core alla luce del loro appeal di bene rifugio. Lo status delle obbligazioni governative core è definitivamente cambiato e la loro apparente rinnovata attrattiva nell’escalation Russia- Ucraina è una trappola. C’è spazio per una maggiore flessibilità nella gestione della duration, ma il trend dell’orientamento corto di duration è nostro alleato. Nell’intensificarsi della ricerca di attività sicure, liquide e con valutazioni attraenti, i titoli di Stato cinesi emergeranno come candidati, mentre i Treasury USA possono ancora essere presi in considerazione, ma al costo di una valutazione insostenibile. Inoltre, prevediamo un irripidimento delle curve, view non di consenso. In primo luogo, nella parte a breve della curva possiamo vedere una pressione al ribasso sui rendimenti poiché è probabile che le banche centrali facciano meno e non di più. A lungo termine, invece, i mercati inizieranno a ridefinire i tassi di lungo termine riconoscendo che la “compiacenza benigna dell’inflazione” è andata avanti troppo a lungo e la realtà è un contesto di inflazione più elevata che durerà più a lungo.

Riguardo alle valute, il crescente isolamento del ciclo economico cinese rispetto a quello occidentale e la crescente potenza della Cina in Asia confermano la view di un dollaro USA in deprezzamento rispetto al renminbi cinese. Inoltre, la crisi russa porta ad una crescente volontà di diversificazione degli attivi delle banche centrali rispetto al dollaro e all’euro. Tutti questi trend porteranno a un’erosione del valore del dollaro per gli Stati Uniti, ma non del suo status.

Benefici dalla diversificazione internazionale. Dopo il ridimensionamento del commercio mondiale nella struttura di crescita globale, vedremo una crescente dispersione nei rendimenti tra paesi.

Detenere liquidità ha senso nella prima parte della sequenza. C’è un trade-off critico a livello di portafoglio complessivo tra detenere liquidità per fronteggiare gli incombenti disallineamenti tra attivi e passivi e l’impiego in investimenti in asset rischiosi di lungo termine con valutazioni attraenti. Finora le reazioni sui mercati sono state limitate, il che implica che non dovremmo considerare i mercati complessivamente con valutazioni basse, in quanto il valore non è stato ancora pienamente ripristinato. Aspettare prima di prendere delle decisioni, essendo pronti ad agire, ha senso a fronte di aggiustamenti dei premi di rischio. Inoltre, con l’evoluzione della struttura delle riserve delle banche centrali a favore dell’oro per motivi geopolitici e legati all’inflazione, è probabile una sequenza di monetizzazione dell’oro.