Gli artisti di ViaFarini.Work

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Spazio dalle infinite possibilità, ViaFarini.Work si inserisce in un contesto periferico milanese, con lo scopo di essere un luogo di aggregazione e di formazione, che coinvolga le scuole e gli abitanti del quartiere, oltre che ospitare quotidianamente un collettivo di artisti.

Attivo dal 15 ottobre 2021 in via Marco d’Agrate, nel quartiere di Corvetto, lo spazio polifunzionale di ben 1.200 mq, continua la sua attività, proponendo diverse iniziative, come l’Open Studio durante l’Art Week e l’iniziativa “Filosofiaconibambini” con la partecipazione di Edoardo Manzoni.

Nel progetto, 400 mq sono dedicati agli studi del gruppo di artisti “TreTre” composto da Adelisa Selimbašić, Bislacchi, Edoardo Manzoni, Francesca Migone, Francesco Pacelli, Ludovico Orombelli, Marina Cavadini, Nicolò Masiero Sgrinzatto, Lucia Cristiani, Lorenzo Lunghi, Pietro Vitali e Vincenzo Zancana.

I restanti 800 mq, invece, sono spartiti fra il regista Virgilio Villoresi e il progetto di rigenerazione socio-ambientale locale “Soulfood Forest Farms”. Asola Group decide di incontrare i dodici artisti emergenti, visitando gli studi e lasciandosi trasportare dall’atmosfera artistica trasmessa dai racconti, dall’energia e dall’ambiente che, pur essendo vivo, fugace e scattante, appare incredibilmente armonioso, come se fosse stato precedentemente pianificato.

Le singole postazioni di lavoro, che non seguono confini tracciati, si prestano particolarmente al linguaggio dinamico che caratterizza lo spazio, continuando a mutare e sconfinare in quelle limitrofe.

Allo stesso modo, le idee, i pensieri e le espressioni dei singoli, fluttuano e si propagano, arricchendo le ricerche e le metodologie di lavoro dei compagni. Sono tante le personalità che contribuiscono al collettivo, in particolare l’incontro con Adelisa Selimbašić e Francesco Pacelli si è rivelato emblematico.

Essi rappresentano due facce della stessa medaglia. Da una parte, la giovane artista di origine bosniaca, riconosce la collettività e l’interazione come punto focale del suo processo creativo. Da sempre lavora con questa metodologia di interazione.  Dall’altra, Francesco è nuovo a questo tipo di esperienza: “Per anni ho vissuto da solo nel mio laboratorio. Questo mi concedeva un grande spazio di concentrazione e di presenza con me stesso, che mi ha permesso di produrre molto. D’altra parte, però questa metodologia non presenta stimoli esterni. La contaminazione quotidiana ti permette di ragionare costantemente con altre persone.

Lo studio condiviso è un’esperienza importante perché ha posto delle basi per un processo di incontro ma anche di scontro, a volte anche andando a mettere in crisi il lavoro e te stesso.” afferma l’artista.  Dalle testimonianze di entrambi emerge quanto la condivisione dello spazio lavorativo sia importante per la crescita, per la collaborazione, per lo stimolo reciproco e per alimentare lo spirito di squadra, indispensabile nella vita e ancora di più all’inizio di una carriera.