Crypto tra resistenza al contagio e love story con il calcio

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Contagio? No grazie: la resistenza di Tether

Nelle ultime settimane, il contagio si è diffuso in tutto il mercato delle cryptovalute, portando diversi prestatori di crypto centralizzati a interrompere i prelievi, segnalando problemi di liquidità. Venerdì, l’operatore Voyager si è unito ad altri come Celsius, CoinFLEX e Babel Finance nell’interrompere i prelievi. È evidente che diversi istituti di credito sono, di fatto, insolventi. Tuttavia, nessuno lo ha finora dichiarato pubblicamente.

Oltre al crollo della stablecoin TerraUSD all’inizio di maggio, il contagio ha alimentato il timore che altre società di cryptovalute si trovino nelle stesse condizioni. Ciò ha portato gli investitori a ritirare fondi da piattaforme e progetti più rischiosi.

Di conseguenza, gli investitori sono stati seriamente preoccupati per il sostegno della più grande stablecoin, ovvero Tether.
Tether non è mai stato particolarmente trasparente riguardo ai fondi che presumibilmente sostengono la sua stablecoin 1-to-1. Dopo il crollo di TerraUSD, Tether ha deviato dal dollaro fino a un minimo di $ 0,97, perché gli investitori temevano che avrebbe seguito le orme di TerraUSD.

Malgrado questa situazione, sembrava che i market maker e gli operatori proprietari non fossero così nervosi. Invece, hanno continuato ad acquisito Tether sui mercati a sconto. Questo aveva portato Tether a recuperare il suo ancoraggio malgrado la capitalizzazione di mercato fosse nel frattempo diminuita da circa 83 miliardi a circa 66 miliardi di dollari.

In ogni caso, Tether non ha apparentemente avuto problemi nel riscattare con successo 17 miliardi di dollari della sua stablecoin negli ultimi mesi.

 

 

Tether, dunque, funge da pietra angolare nel mercato delle cryptovalute e, nel caso in cui non dovesse essere completamente supportato, il mercato potrebbe essere duramente colpito. A sostenere la fiducia ci ha provato il CTO di Tether che la scorsa settimana su Twitter ha scritto: “Il portafoglio di Tether è più forte che mai”.

La Love Story tra Cryptovalute e calcio

Secondo The Athletic, 19 club su 20 della Premier League hanno almeno un accordo di sponsorizzazione con società legate alle cryptovalute. Negli ultimi anni, l’industria delle crypto è uscita dall’ombra, sponsorizzando numerosi sport. Non c’è gran premio di Formula 1 o partita di calcio della Premier League inglese che si possa vedere senza imbattersi nei nomi di alcune società di cryptovalute. Secondo alcuni osservatori, il trend potrebbe subire una flessione per via dei tagli decisi da alcune società, come ad esempio Coinbase e Crypto.com.

Intanto, però, anche in Italia, la Serie A è attraversata dal fenomeno crypto. Dopo anni senza main sponsor, sulla maglia della Lazio svetta, grazie ad un accordo da circa 10 milioni di euro annui, il logo di Binance. Il caso più eclatante, però, è rappresentato dall’Inter che dopo decenni ha detto addio a Pirelli per stipulare un deal da 16 milioni di euro con i creatori di fan token di Socios.com, mentre il Napoli ha stampato sul retro della sua casacca Floki Inu, un progetto che ricalca quello di Dogecoin. Anche l’Udinese, infine, ha la sua crypto che campeggia sulle maglie da gioco dei bianconeri friulani: Kiba Inu, progetto ancora poco conosciuto.

Nonostante il periodo, insomma, l’intreccio tra crypto e calcio sembra sempre più solido.