L’IPO di Birkenstock, un test chiave

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La negoziazione di Birkenstock è partita sul NYSE con il prezzo al livello medio della forchetta di quotazione, per una valutazione complessiva della società pari a 8,6 miliardi di dollari.

Anche se il titolo ha chiuso la sua prima seduta a 40,20 dollari, in calo del 13% rispetto all’IPO, le aspettative dell’azienda restano alte. Birkenstock prevede, infatti, una crescita dei ricavi del 21% nel FY23 (che termina il 30 settembre 2023) e un margine EBITDA rettificato superiore al 35%, riflettendo il suo forte marchio ed i prezzi premium. Alcuni rischi da considerare guardando Birkenstock sono la valutazione azionaria, il profilo di ricavi concentrato con il 75% di questi proveniente da soli cinque prodotti e poi un ritorno sul capitale investito leggermente basso.

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Un forte marchio con un profilo di crescita e una redditività attraenti

Birkenstock è un’iconica azienda tedesca di sandali e scarpe, l’ultima IPO in ordine d’arrivo dopo le recenti di Arm e Instacart. Il prezzo di quotazione è stato fissato a $ 46 per azione, alla metà della forchetta proposta e che porta la società ad una valutazione di $ 8,6 miliardi, raccogliendo di fatto $ 1,5 miliardi. Birkenstock ha iniziato a negoziare nella seduta di ieri sul NYSE con il ticker BG SAXO BIRK:xnys.

Suppure la chiusura sia stata a 40,20 dollari (in calo del 13% rispetto all’Ipo), la società è convinta che l’ ”appetito” degli investitori per Birkenstock resti solido tanto che la holding familiare del presidente di LVMH Bernard Arnault punta molto sull’azienda e ha indicato che è disposta ad aumentare ulteriormente i suoi investimenti. Questo è visto da molti osservatori come un buon segno per le prospettive di Birkenstock, in quanto LVMH è il principale conglomerato del lusso al mondo.

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È un brand con una forte notorietà negli Stati Uniti e un’elevata disponibilità al riacquisto, infatti ogni cliente statunitense possiede più di tre paia di sandali o scarpe Birkenstock.