Nasce LexCapital, la start up “legal tech” specializzata in litigation funding e giustizia predittiva

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Truffe, violazioni, abusi. Ogni anno molte aziende, e non solo, rinunciano a intraprendere cause civili per far valere i propri diritti per il timore di dover affrontare procedimenti lunghi con esiti incerti e spesso con costi legali e tecnici ingenti. Per aiutare questi imprenditori, dall’esperienza degli Stati Uniti anche in Italia si sta sviluppando un nuovo mercato (nel 2019 valeva già circa €5 miliardi), che potrebbe raggiungere in Europa €48 miliardi entro il 2025 [1]. È il “litigation funding”, traducibile come “finanziamento del contenzioso”, un’operazione innovativa con cui una parte terza acquista il diritto litigioso e mette le proprie risorse finanziarie e la propria rete di legali e consulenti specializzati a disposizione di chi vuole tutelare un proprio diritto in sede legale, per poi dividerne gli eventuali proventi. Ora il settore ha un nuovo player che punta a integrare nel mondo legal due componenti decisive, quella finanziaria e quella tecnologica: LexCapital, una start-up innovativa e società benefit che opera come litigation fund, nata dall’iniziativa di un gruppo di imprenditori e professionisti operanti in ambito finanziario e legale.

Fondata da Emilio Campanile, Marcello Gallo, Maurizio Santacroce e daGiuseppe Farchione, che ne è COO, LexCapital seleziona, valuta e acquista il diritto litigioso (res litigiosa) da un soggetto, al fine di gestirlo nella maniera più efficiente e rapida possibile. In cambio del diritto acquisito, la start-up si impegna a sostenere tutti i costi legali e tecnici connessi, assumendosi anche ogni rischio e costo dell’eventuale soccombenza. In altre parole, l’azienda (o il privato o procedura concorsuale o ente pubblico) che cede il proprio diritto litigioso potrà aspettare l’esito del procedimento, qualunque esso sia, senza incorrere in alcun tipo di spesa o imprevisto. Il tutto potendo contare su un team di esperti (avvocati, commercialisti, economisti, ingegneri, informatici e altri professionisti, esperti nella gestione del contenzioso) che prenderanno in carico l’azione legale e, soprattutto, risparmiando risorse preziose da indirizzare alla crescita della propria realtà. In caso di successo finale, il LexCapital riconoscerà al cliente una parte dei proventi del giudizio, trattenendo per sé la rimanente parte. Uno schema win-win, in cui gli interessi del cliente e di LexCapital convergono e che dà a tutti, specialmente ai soggetti meno strutturati, la possibilità di difendere i propri diritti.

“In Italia, tranne che nei casi particolarmente gravi, molti rinunciano al contenzioso per evitare anni di battaglie legali dagli esiti incerti – ha dichiarato Giuseppe Farchione, Chief Operating Officer di LexCapital. La difesa della legalità e dei propri legittimi interessi risente di un sistema ingolfato e spesso considerato iniquo. È proprio da questa considerazione che è nata l’idea di costituire un litigation fund sotto forma di
start-up innovativa. Una realtà dinamica che può contare sull’esperienza pluridecennale dei fondatori e dei suoi manager, e che mette competenza e tecnologia al servizio di quei clienti che non possono o non vogliono sostenere procedimenti giudiziari lunghi, rischiosi e dispendiosi, sia in termini di energie che risorse. Abbiamo sviluppato un algoritmo grazie al quale selezioniamo i casi da acquisire, assumendoci ogni spesa e rischio connessi all’azione legale. Per imprenditori e manager non è solo un modo per scaricare su altri i costi di una causa civile, ma anche per concentrare le forze sul proprio core business anziché rincorrere le lungaggini processuali e le complessità dei sistemi giudiziari.”

Ma come fa LexCapital a decidere su quali casi investire? È qui che viene in soccorso l’anima tecnologica della start-up, la sua arma in più. Il protagonista di questo processo è l’algoritmo proprietario, chiamato LexCapital Litigation Assessment (LLA), che si basa su un modello statistico-matematico e permette di valutare in anticipo l’opportunità dell’investimento prendendo in considerazione diversi parametri, come la solvibilità del soggetto convenuto, la valutazione della probabilità di esito favorevole del giudizio e  la stima dei possibili proventi. Un vero e proprio modello di “giustizia predittiva”, in cui le possibilità di successo vengono ben ponderate attraverso il ricorso ad una banca dati giuridico-statistica.

Quali sono le aree di intervento? In generale, LexCapital si rivolge a imprese (sia PMI che mid corporate), curatori fallimentari e altri organi di procedure, associazioni, privati, enti e società pubbliche, ma si propone anche come partner di professionisti legali, commercialisti ed altri esperti che possono così ampliare la gamma dei servizi offerti ai propri clienti. L’azione della start-up si focalizza sui segmenti commercial (violazioni di contratto, prodotti dannosi), corporate (antitrust, proprietà intellettuale/brevetti/marchi, riserve nei lavori pubblici, anatocismo e diritto finanziario, azioni revocatorie), fallimentare e class action. Il posizionamento prevalente è nel segmento Mid-size e Retail, costituito da cause di valore medio-basso, favorendo la frammentazione dei casi da prendere in carico, per mantenere un profilo di rischio contenuto, attraverso un elevato grado di diversificazione ed un basso grado di concentrazione del capitale investito in pochi casi di acquisto del contenzioso.

Non solo diritto, finanza e tecnologia. LexCapital opera anche come società benefit, avendo già adottato un codice etico e di autoregolamentazione, in linea con le migliori prassi internazionali, puntando ad allargare l’uso del litigation funding anche all’ambito no-profit. Per sensibilizzare sull’importanza e le potenzialità di questo strumento, LexCapital ha anche stretto un’importante accordo di collaborazione scientifica con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, tra i maggiori esperti in Europa sul tema.