Inflazione e tassi, a spuntarla sono le piccole imprese

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Il contesto di alta inflazione e di aumento dei tassi di interesse negli USA è particolarmente preoccupante per gli investitori. Tuttavia, la storia suggerisce che è proprio in periodi come questo che gli investitori attenti possono posizionare i portafogli per un risultato potenzialmente significativo a lungo termine. Per molti, un contesto di inflazione e aumento dei tassi d’interesse è un’incognita, visto il contesto di tassi bassissimi che ha prevalso negli USA per oltre 30 anni. In effetti, siamo probabilmente sulla soglia di un cambiamento di regime, e da ciò deriva incertezza. Di conseguenza, vale la pena di guardare a periodi storici simili per avere un’indicazione su come le dinamiche di mercato odierne potrebbero svolgersi in futuro.

La storia ci mostra che, in simili contesti di mercato, si sono evidenziate due caratteristiche tra le società statunitensi a piccola capitalizzazione: hanno tendenzialmente sovraperformato le loro controparti più grandi e in seguito a periodi di recessione economica, hanno generalmente guidato la ripresa del mercato, spesso sovraperformando le società più grandi per più anni.

Il potere di fissare i prezzi

La relativa sovraperformance delle piccole imprese statunitensi nei periodi di inflazione è ben documentata. In molti casi, queste aziende operano in settori di nicchia o in aree di mercato poco servite, spesso costituendo un componente piccolo ma cruciale all’interno di catene o processi più complessi. In quanto tali, hanno un potere di determinazione dei prezzi superiore a quello che le loro dimensioni potrebbero suggerire.

Quando queste aziende iniziano a subire pressioni inflazionistiche, sia a causa di aumenti salariali sia a causa dell’aumento dei costi dei fattori produttivi, dovrebbero essere in grado di trasferire questi costi più elevati ai clienti, proteggendo così i loro margini.

L’atteggiamento pessimistico del mercato attuale

L’attuale contesto di mercato statunitense è complesso sia per le aziende che per gli investitori. Tuttavia, la flessione dei mercati azionari, in particolare tra le società più piccole, sta scontando il rischio di una recessione significativa. A nostro avviso, si tratta di un atteggiamento eccessivamente pessimistico.

Sebbene l’economia statunitense sia recentemente entrata in una recessione tecnica, riteniamo che la flessione possa rivelarsi più breve e meno profonda di quanto molti si aspettino. Rispetto ai precedenti rallentamenti economici, molte aziende statunitensi mantengono ancora considerevoli volumi di lavoro arretrati, e molte devono ancora evadere gli ordini accumulati negli ultimi anni. Ciò suggerisce che esiste una considerevole domanda repressa, che può contribuire a tamponare un eventuale rallentamento dei nuovi ordini.

L’attuale mercato ribassista ha visto i titoli delle piccole imprese statunitensi scendere di oltre il 32% dal picco del novembre 2021, dato che si confronta con un calo medio del -34% negli ultimi 13 mercati ribassisti: guardando al passato, sembra che gran parte del ‘danno’ sia già stato fatto. La storia ci dice anche che le small-cap statunitensi tendono a guidare la ripresa del mercato dopo una fase ribassista, come successo in 9 delle ultime 10 recessioni. Inoltre, la loro sovraperformance rispetto alle società più grandi è spesso amplificata durante le prime fasi della ripresa, poiché le grandi società sono generalmente più lente a reagire ai cambiamenti del contesto.

L’impatto dell’aumento dei tassi

Le aspettative del consensus per queste società rimangono deboli nel breve termine, con il potenziale impatto dell’aumento dei tassi che pesa sul sentiment degli investitori. Tuttavia, ci sono buone ragioni per ritenere che esse siano anche meglio posizionate per affrontare questo contesto di tassi rispetto a momenti simili del passato.

Negli ultimi nove mesi, la Fed ha evidenziato una traiettoria restrittiva: anticipando l’eventuale fine del contesto di tassi bassi, molte aziende si sono mosse preventivamente per fissare il proprio debito, bloccando i tassi e allungando le scadenze. Ciò significa che sono meno vulnerabili all’attuale contesto di rialzo dei tassi di quanto non lo fossero nei cicli passati. Inoltre, oltre il 90% delle famiglie statunitensi ha bloccato i pagamenti dei mutui fissi a tassi ben inferiori a quelli attuali.

Le valutazioni sono ai minimi storici

Ciò che è certo, è che l’ampio sell-off dei titoli azionari statunitensi iniziato nel quarto trimestre del 2021 ha visto le valutazioni relative delle società più piccole scendere quasi ai minimi storici. In queste condizioni, storicamente, le società più piccole hanno sovraperformato le loro controparti più grandi per un lungo periodo pluriennale.

Le potenziali opportunità si estendono a tutto lo spettro del mercato: dai titoli più ciclici che, a nostro avviso, stanno scontando una recessione più profonda del previsto, ai titoli a più alta crescita, i cui multipli si sono ridotti in modo sostanziale, ma le cui prospettive aziendali sottostanti non sembrano aver subito un impatto sostanziale. In ultima analisi, il brusco sell-off delle società statunitensi di minori dimensioni iniziato nel quarto trimestre del 2021 sta prezzando una recessione statunitense potenzialmente significativa.

A nostro avviso, tuttavia, si tratta di un’ipotesi eccessivamente pessimistica e prevediamo una recessione più breve e meno profonda di quella che molti si aspettano. Di conseguenza, riteniamo che sia il momento giusto per creare un’esposizione alle società statunitensi di minori dimensioni, con valutazioni relative vicine ai minimi storici e in vista di una prospettiva di ripresa del mercato statunitense.