COP27, è Il momento di rispettare le promesse

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La COP27 è destinata ad essere la “COP dell’attuazione”, quindi probabilmente ancora più importante della COP26, dove sono stati presi molti impegni – di fatto, gli impegni “net zero” coprono ora oltre il 90% del PIL globale e l’83% delle emissioni. Ma impegni e promesse hanno poco significato se non sono seguite da azioni credibili. L’azione per il clima sembra essere stata messa in secondo piano di fronte alla necessità di affrontare altre questioni urgenti come la crisi del costo della vita, l’inflazione e la recessione economica. Pertanto, la COP27 sta ricevendo molta meno attenzione rispetto alla COP26. Ma se consideriamo gli impatti fisici dei cambiamenti climatici che oggi imperversano sul pianeta, come le inondazioni in Pakistan e la grave siccità in diverse aree del mondo, allora sicuramente l’azione per il clima dovrebbe rientrare nell’elenco delle questioni urgenti.

Inoltre, la COP27 avrebbe dovuto essere un’altra COP decisiva, perché ai Paesi è stato chiesto di aggiornare i loro Contributi determinati a livello nazionale in modo da raggiungere l’obiettivo di mantenere il riscaldamento a 1,5°C, dopo la mancata realizzazione di tale obiettivo alla COP26. Secondo Climate Action Tracker, questi sforzi equivalgono attualmente a 2,4 gradi centigradi e l’ipotesi di un 2050 a zero emissioni appare sempre più improbabile. Finora, abbiamo visto ben poco in termini di aggiornamenti dei Contributi determinati a livello nazionale di alcuni dei maggiori emettitori, ad eccezione di Australia e India. Gli incentivi politici allineati con l’obiettivo zero 2050 sono fondamentali per consentire agli investitori di allocare il capitale in linea con gli obiettivi Net Zero.

Infine, la COP27 dovrà affrontare il tema della giustizia climatica, un altro fallimento della COP26. Le nazioni sviluppate devono fornire i finanziamenti climatici necessari e promessi per la mitigazione del clima, l’adattamento e le perdite e i danni per i Paesi in via di sviluppo più vulnerabili.