In attesa di una possibile ripresa dei mercati azionari

SPDR ETFs – State Street Global Advisors -

In questi ultimi mesi il contesto macroeconomico, l’impatto del ciclo economico, l’importanza dei fattori trainanti per la performance settoriale e l’andamento congiunturale delle varie macroaree economiche hanno guidato le decisioni degli investitori. Tuttavia, data la maggiore incertezza che stiamo affrontando, il sentiment sta giocando un ruolo crescente, in aggiunta ai tradizionali fattori fondamentali. Questo nuovo scenario rende pertanto maggiormente complesso il processo di selezione degli investimenti.

Esaminando lo scenario per i prossimi mesi, l’incognita più grande è quella legata al momento in cui il mercato potrebbe iniziare a focalizzarsi su tematiche diverse dall’inflazione e dai continui aumenti dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Non possiamo conoscere con esattezza quando ciò accadrà, ma sappiamo che gli investitori vorranno essere pronti, cercando di agire in anticipo. Pertanto, quando arriverà l’inversione di rotta, il portafoglio dovrà essere orientato proattivamente, verso la crescita (con un minore focus sulle esposizioni difensive).

Nell’attesa di una vera e propria ripresa dei mercati azionari, vediamo quattro aree principali su cui gli investitori dovrebbero focalizzarsi nell’attuale contesto.

  • L’inflazione resta elevata – Anche quando i valori dell’IPC su base annua raggiungeranno il picco, prevediamo che i problemi causati dall’inflazione perdureranno (fra questi anche le pressioni sui prezzi nella catena produttiva). È probabile che i ricavi per il terzo trimestre – ed i trimestri successivi – subiscano quindi una flessione sui margini. Il settore energetico resta fondamentale per ottenere una certa copertura dall’inflazione. Questo perché una crescente redditività nel comparto è dannosa per gli altri settori. La tradizionale sovraesposizione alle risorse naturali è uno dei motivi che portano a mantenere un’esposizione sull’azionario britannico. Il rischio derivante dai prezzi elevati del gas e da un’interruzione dell’approvvigionamento desta preoccupazioni per le prospettive economiche europee, ma anche per i settori ad alta intensità energetica, come ad esempio quello industriale.
  • Tassi di interesse ancora in aumento – I tassi di interesse continueranno a salire anche nei prossimi mesi. Questo scenario avvantaggia le banche e alcune aree del settore assicurativo. Per ottenere un’esposizione in tal senso, suggeriamo i titoli finanziari europei. Sotto una prospettiva regionale, il Giappone si distingue come l’unico grande mercato a non inasprire la politica monetaria offrendo di conseguenza diversificazione agli investitori. Al momento, appare difficile puntare sul settore tecnologico, appunto perché i tassi di interesse sono ancora in crescita, aumentando la pressione sul comparto. Tuttavia, quando sarà chiaro il termine del percorso rialzista dei tassi da parte delle banche centrali, la pressione sul settore si allenterà (rendendo quindi interessante anche il comparto tech Usa).
  • Probabile recessione economica – Dato l’attuale contesto, è lecito ritenere che questo possa essere il trimestre in cui report aziendali relativi agli utili di bilancio inizino ad essere al di sotto delle attese. Inoltre, le prospettive di numerose aziende potrebbero diventare maggiormente prudenti se non addirittura negative. Va ricordato come la domanda trainata dal ciclo sia particolarmente vulnerabile a causa del rallentamento dell’attività economica. Pertanto, ricerchiamo operazioni difensive e crescita strutturale, come quella che si trova nel comparto tecnologico, nella sanità e, in generale, nei segmenti a media e grande capitalizzazione del mercato statunitense. Sottolineiamo inoltre come al momento le aziende del settore energetico e quelle del comparto finanziario registrino ancora un trend positivo degli utili.
  • Dollaro USA sugli scudi – Il dollaro americano è ancora vicino ai massimi contro numerose valute, e ciò comporta una serie di implicazioni. Al momento, non sappiamo se ci sarà un’azione coordinata delle Banche Centrali per mitigare la situazione. Nel frattempo, però, continuiamo a preferire quei mercati al di fuori degli Usa che hanno una maggiore esposizione alle esportazioni, come Giappone e Regno Unito. Un dollaro forte potrebbe inoltre supportare le operazioni internazionali di energia e assistenza sanitaria in Europa, al fine di superare un inverno che già si preannuncia complesso.

Panoramica sul comportamento degli investitori

Focalizziamoci sul comportamento degli investitori. Abbiamo visto afflussi considerevolmente forti negli ETF azionari Usa da parte di investitori domestici statunitensi. Questa tendenza non era invece evidente per i fondi domiciliati nell’area EMEA, dove i partecipanti al mercato hanno venduto sia negli Stati Uniti che in Europa, ricercando maggiormente esposizioni globali e, in misura minore, i mercati emergenti.

Per quanto riguarda l’analisi settoriale, è chiaramente emerso un trend risk-off nel terzo trimestre. Abbiamo assistito ad una crescente esposizione su settori difensivi, quali beni di prima necessità, sanità, servizi di pubblica utilità e alla vendita di settori ciclici.

I deflussi registrati dal comparto dei titoli finanziari statunitensi si possono leggere come conseguenza del previsto peggioramento delle condizioni economiche a livello globale e dell’inversione della curva negli Stati Uniti. Infine, le vendite sui titoli del comparto energetico sono state correlate al calo dei prezzi del petrolio, ma riteniamo che le aspettative per ulteriori ribassi siano eccessive. Osservando i dati degli asset in custodia presso State Street emerge come durante il terzo trimestre gli investitori istituzionali hanno costantemente assunto un atteggiamento più cauto verso gli asset rischiosi, ritornando verso un’esposizione neutrale.

Focus sui settori azionari – titoli del settore finanziario

Fino a quando non vedremo una vera e propria inversione sui mercati (e questo potrebbe anche non accadere in questo trimestre), puntare su aziende che beneficiano del rialzo dei tassi appare ancora un’opzione relativamente interessante. Gli utili del settore finanziario risultano estremamente sensibili ai rendimenti obbligazionari con l’Europa la nostra esposizione preferita.

Riteniamo che i margini abbiano beneficiato degli aumenti dei tassi osservati di recente e il loro impatto sugli utili siano stati trascurati in un mercato risk off. Entrando più nello specifico, però, nel caso di alcune banche europee, la loro natura internazionale implica che vi sia un netto impatto derivante dalla politica dei tassi di interesse della Federal Reserve, della BCE e della Bank of England. Le aspettative per i tassi di tutte queste banche centrali sono diventate decisamente più aggressive negli ultimi mesi. In particolare, vale la pena menzionare la situazione nell’Eurozona. Infatti, la BCE nel terzo trimestre ha posto fine all’era dei tassi negativi e ha visto il suo tasso obiettivo implicito negli swap raddoppiare, arrivando al 2% per la sua ultima riunione dell’anno, fissata per il 15 dicembre.

Le aspettative per gli utili in questo settore sono relativamente sostenute. Le previsioni per i ricavi (che riportiamo su gentile concessione di NII) sono aumentate più dell’inflazione, migliorando i margini operativi.

Inoltre, il settore è anche meno influenzato dai prezzi dell’energia rispetto ad altri in Europa. Le previsioni sugli utili sono aumentate a luglio contro uno scenario stabile, nella migliore delle ipotesi, per il resto delle azioni europee. Questo slancio aiuta il rating P/E relativo e il rendimento da dividendi dei titoli del comparto finanziario a rimanere interessante. A nostro avviso, la bassa valutazione del settore dovrebbe compensare i maggiori rischi inerenti all’affrontare condizioni finanziarie più difficili e la ormai probabile recessione economica. Inevitabilmente, i prestiti rallenteranno e i crediti inesigibili aumenteranno, ma la posizione di partenza è relativamente confortevole. Ciò anche grazie ai benefici degli accantonamenti effettuati durante la pandemia del COVID ed alle più rigide condizioni di finanziamento imposte dalle autorità di regolamentazione.

Fra gli altri parametri da monitorare troviamo gli spread creditizi tra i diversi paesi dell’Eurozona. Vi è infatti il timore che un’eventuale frammentazione possa comportare un aumento dei costi di finanziamento per le banche dei paesi periferici.

Numerosi investitori tendono a preferire un’esposizione tramite ETF sul settore bancario, in quanto gode di un certo effetto leva in caso di altri rialzi dei tassi. Al tempo stesso, vale la pena ricordare come investire nell’intero settore finanziario offra un’esposizione potenzialmente più sicura e meno volatile, dati i vantaggi della diversificazione in questo mercato ancora fragile.

Le attività assicurative possono apportare solidi elementi in termini di qualità e stabilità dei rendimenti, grazie ad una minore ciclicità. Per contro, i finanziari diversificati offrono un elemento di crescita strutturale da parte dei gestori patrimoniali e l’espansione degli scambi. Preferiamo il settore europeo ai titoli finanziari statunitensi, date le dinamiche del mercato dei tassi, la valutazione e la ripartizione industriale complessiva.