Lavoro e fisco. Intervista all’economista Alessia Potecchi

Marco Rosichini -

Alessia Potecchi interviene in merito alle urgenti misure economiche che il governo Meloni dovrà affrontare. Convinta sostenitrice della necessità di preservare la flessibilità lavorativa in un mercato che, tuttavia, deve rispondere anche ad esigenze di protezione sociale, l’economista milanese auspica una razionalizzazione e semplificazione burocratico – amministrativa per un Paese che sappia misurarsi in maniera più incisiva con i cambiamenti che l’intelligenza artificiale e il cambiamento climatico pongono al mondo del lavoro. Dal ruolo dei sindacati necessariamente nuovi all’ applicazione di un fisco progressivo, Alessia Potecchi sottolinea le esigenze di un mercato improntato al riconoscimento del merito come mezzo per ascendere socialmente.

Intervista all’economista Alessia Potecchi

Quali urgenze attinenti al mondo del lavoro dovrà affrontare il Governo Meloni?

Occorre oggi una radicale riforma del Lavoro. Il mondo è cambiato e i soggetti sono diversi. Non si può pensare di proseguire la politica del lavoro secondo le abitudini e consuetudini del passato quando l’azione prevalente del sindacato era di fare in modo che una parte crescente dei profitti delle imprese andasse a beneficio dei lavoratori. Oggi , diversamente ,  bisogna porsi il problema di come le innovazioni tecnologiche derivanti dall’intelligenza artificiale e dalla digitalizzazione possano valorizzare il lavoro, dando la possibilità ai lavoratori di crescere in conoscenza e professionalità e non accentuando una  diseguaglianza tra chi detiene la conoscenza e chi no .Occorre immaginare un mercato del lavoro dove accanto ad un conflitto sempre presente tra lavoratore e imprenditore si profili uno spazio di collaborazione, di valorizzazione dei lavoratori . Insomma, bisogna investire sul sapere delle persone e anche sulla loro formazione.

Secondo alcuni la flessibilità del mondo del lavoro è un danno da emendare. È d’accordo?

È necessario un rapporto di flessibilità che, tuttavia, escluda ogni forma di precarietà e nomadismo dei lavoratori. Occorre ripensare i rapporti tra impresa e sindacati, bisogna immaginare un rapporto di lavoro nuovo che utilizzi l’innovazione come volano per favorire la competitività dell’azienda e il ripristino dell’ascensore sociale. Occorre porre attenzione ai nuovi piani green che riguardano le industrie in funzione di una visione improntata sia all’ innovazione, sia alla sostenibilità ambientale e sociale. Stesso discorso per le delocalizzazioni, le quali devono essere normate da regole chiare derivanti dal confronto con le parti. Le forme di licenziamento che abbiamo visto di recente sono inaccettabili. Bisogna altresì fare degli investimenti seri per far sì che le aziende rimangano qui da noi, si ingrandiscano e assumano sempre di più.

In questo processo che coniuga innovazione e protezione il sindacato che ruolo deve avere?

Bisogna immaginare nuove forme di rappresentanza del sindacato e nuove modalità di contrattazione. Per questo il ruolo che svolge la macchina pubblica risulta fondamentale: la politica economica del governo deve presentarsi come funzionale all’aggiornamento delle storture che impediscono di progredire nel segno del cambiamento. Come il sindacato devono essere aggiornate anche le altre cinghie di trasmissione che regolano i rapporti tra le istituzioni e cittadini.  Bisogna adeguare la scuola immaginando una forte azione formativa che valorizzi i giovani. I dati impietosi della Banca d’Italia dimostrano come il numero di coloro che lasciano l’Italia per l’estero cresca di anno in anno. Da questi ultimi, dai giovani, occorre partire in un momento più che complesso per il paese, insieme, come dicevo poc’anzi, alla qualità del lavoro, alla retribuzione dignitosa e alla giusta formazione per puntare sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Quali proposte di riforma del fisco sono più compatibili con il caso italiano?

È necessaria in Italia una Riforma Fiscale di carattere complessivo, si può e si deve fare. Il Governo Draghi aveva iniziato questo percorso, purtroppo interrotto.  Occorre un sistema fiscale equo, intelligente, efficace e progressivo. Dobbiamo realizzare una riduzione del carico IRPEF a partire dai redditi medio bassi e una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali con l’introduzione di una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia per dare impulso all’occupazione femminile e fare emergere il lavoro nero. Sono contraria alla Flat Tax per principio in quanto parifica il reddito dei contribuenti senza valorizzare il carattere di progressività fiscale previsto nella Costituzione.