Incertezza sull’inflazione vs incertezza sulla crescita
Nella riunione di dicembre, ci aspettiamo che la Banca Centrale Europea (BCE) rallenti il ritmo dei rialzi dei tassi di interesse con un aumento di 50 punti base (bps), a dispetto di un dibattito su un aumento di 50 o 75 pbs. La banca centrale aggiornerà le sue proiezioni macroeconomiche, comprese quelle sull’inflazione per il 2025, pubblicate per la prima volta.
Di seguito le nostre considerazioni:
- Ci aspettiamo che la BCE aumenti i tassi di interesse di 50 punti base, portando il tasso di deposito al 2,0%.
- Ci aspettiamo che il Presidente della BCE Christine Lagarde ribadisca un approccio ” meeting per meeting”. Segnalerà ulteriori rialzi dei tassi oltre dicembre senza fornire indicazioni sul livello del tasso finale.
- Ci aspettiamo una Lagarde molto cauta riguardo la sorpresa al ribasso del dato sull’inflazione complessiva di novembre, considerando che a livello core i prezzi al consumo sono rimasti invariati al 5,0%.
- Come ampiamente previsto, ci aspettiamo che il Consiglio direttivo (CG) annunci i punti chiave della riduzione delle loro disponibilità obbligazionarie in relazione al programma di acquisto (APP). A nostro avviso, il Quantitative tightening (QT) potrebbe iniziare nel marzo 2023. Molto probabilmente il QT sarà un processo graduale e passivo con un parziale reinvestimento delle obbligazioni in scadenza e non comporterà la vendita attiva di obbligazioni. Il CG si riserva il diritto di modificare i tempi e il ritmo della QT nel tempo.
- Ci aspettiamo che la BCE continui a reinvestire nell’ambito del suo programma di acquisto di emergenza per le pandemie (PEPP) “almeno fino alla fine del 2024” e che applichi una certa flessibilità ai suoi reinvestimenti come prima linea di difesa contro il rischio di frammentazione dell’Eurozona.
- Ci aspettiamo che Christine Lagarde ribadisca che il sostegno alla politica fiscale debba essere temporaneo e mirato alle famiglie più vulnerabili per evitare pressioni inflazionistiche.
- Sul fronte economico, ci aspettiamo che le proiezioni della BCE sull’inflazione vengano riviste al rialzo nel 2022 (dall’8,1% all’8,5%) e nel 2023 (dal 5,5% al 6,1%). L’inflazione convergerebbe quindi verso l’obiettivo del 2% alla fine dell’orizzonte di riferimento (2024 al 2,3% e 2025 al 2,0%). Per quanto riguarda la crescita, le proiezioni indicheranno una crescita leggermente superiore nel 2022 (dal 3,1% al 3,2%), ma un PIL più basso nel 2023 (dallo 0,9% allo 0,3%) e nel 2024 (dall’1,9% all’1,5%). Prevediamo che la nuova proiezione del 2025 mostrerà un trend dell’1,5%.
In sintesi, ci aspettiamo che la BCE confermi la sua intenzione di perseguire i rialzi dei tassi di interesse nel 2023, ma a un ritmo più lento, poiché la banca centrale si muoverà in territorio restrittivo. Non ci aspettiamo che questa riunione spinga i tassi di interesse verso l’alto, anche se ci aspettiamo che la BCE mantenga la sua comunicazione da falco. Riteniamo che il comitato della Fed e il rapporto sull’inflazione statunitense potrebbero avere un impatto maggiore sui mercati finanziari.