Mentre gli investitori si chiedono se la Cina sia “investibile”, la politica punta sulla crescita economica

-

In primo luogo, gli investitori si aspettavano che i responsabili politici continuassero con la politica draconiana zero Covid della Cina. Invece, hanno cambiato rotta. A metà novembre hanno annunciato un piano in 20 punti per ammorbidire i requisiti della quarantena e dei tamponi. Dopo le proteste contro le restrizioni sul Covid scoppiate nelle principali città, il 7 dicembre i politici hanno risposto con un ulteriore alleggerimento dei requisiti di quarantena e dei test.

In secondo luogo, gli investitori si aspettavano che i policymakers mantenessero la pressione sul settore privato iniziata nella riunione del Politburo del dicembre 2020. In quell’occasione, termini come “anti-monopolio” e “frenare l’espansione disordinata del capitale” sono entrati per la prima volta nella coscienza del mercato. Nella dichiarazione del Politburo di questo dicembre, invece, i responsabili politici hanno sottolineato “due fattori incrollabili”. Nello specifico, un sostegno incrollabile al settore pubblico e un sostegno incrollabile al settore privato, linguaggio menzionato per l’ultima volta nei giorni felici del 2018.

In terzo luogo, nella dichiarazione di dicembre, i responsabili politici cinesi hanno chiarito che le loro priorità politiche per il 2023 consisteranno nel “rafforzare significativamente la fiducia del mercato” e nell'”espandere la domanda interna”. In un certo senso questa direzione di marcia era già evidente nel piano in 16 punti annunciato a metà novembre per stabilizzare il settore immobiliare.

A dire il vero, la stabilizzazione della crescita è sempre stata l’obiettivo di quest’anno, prima che venisse interrotta da Omicron e dalle sue varianti successive. Questo può essere confrontato con quanto avvenuto nel 2021, considerato una “finestra di opportunità” per affrontare i difficili squilibri strutturali creati dal contesto di una solida domanda esterna, e con la dichiarazione di luglio di quest’anno, incentrata sul Covid (“prima le persone, prima la vita”). Questa volta l’obiettivo è la crescita.

Pertanto, il cambiamento di politica è ora abbastanza chiaro. Prevedibilmente, è arrivato proprio quando gli investitori avevano iniziato a discutere se la Cina fosse “non investibile”, qualunque cosa significhi.

Quali sono le prospettive per il prossimo anno? C’è ovviamente incertezza sulla politica zero-Covid, sul mercato immobiliare e sull’entità dei prossimi stimoli. Quest’ultimo è, in parte, la continuazione dell’allentamento monetario e creditizio in corso da tutto l’anno. E, come in Occidente, è improbabile che la riapertura proceda in linea retta. Come dimostra la nostra esperienza, le ondate di Covid sono possibili e forse probabili. Ma proprio come la scoperta del vaccino a novembre nel 2020 è stata un importante motore del rally dei mercati sviluppati, nonostante le due successive ondate Covid, così la decisione della Cina di porre fine ai lockdown e di raddoppiare gli stimoli economici potrebbe essere un fattore chiave, qualunque cosa accada dopo.