Ora è il tempo del pianeta. Una politica verde per la Regione Lombardia

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— Regione Lombardia —

Abstract: La Lombardia, Modello Milano, deve impostare una chiara strategia di lungo periodo che ne governi lo sviluppo per i prossimi 20-30 anni. Deve per prima adottare l’ottica del distretto culturale con uno sviluppo evolutivo del territorio che indichi alla città di Milano, e per estensione a tutta la Regione, questa direzione: una integrazione di risorse fisiche (operatori, asset produttivi e prodotti) a prevalente contenuto immateriale. Il futuro è dell’Economia Circolare, l’economia sostenibile che fa del risparmio delle risorse, del loro riuso, della specialità e dell’eccellenza i suoi driver privilegiati. La mia proposta in termini di Crescita Verde è il Green Act Lombardo.

La sostenibilità

Qualche settimana fa, per l’ennesima volta, il presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’Assemblea ANCI di Bergamo, ha ribadito il fatto che esiste una sola strada per la crescita dell’umanità nei prossimi decenni: la sostenibilità.

Intervista a Giampaolo Berni Ferretti

Che cosa ne pensa di quanto ha affermato il Presidente della Repubblica?

“E’ proprio questa la strada maestra che tutti noi come cittadini dobbiamo percorrere anche per chi come me si è lanciato da tempo nella sfida di essere un uomo delle istituzioni al servizio della gente, sia nell’ambito professionale come avvocato, sia nell’ambito pubblico; una strada che penso si possa chiaramente riassumere con il concetto di sviluppo sostenibile, oramai usato da tutti, dappertutto, in ogni circostanza, sui media, ecc.”

Proviamo ad approfondire questa idea per la verità molto ampia, cercando di mettere un po’ di ordine.

“Cerco di risistemare questa nozione: la mia interpretazione di Sviluppo Sostenibile si compone di due aspetti principali: Il Distretto Culturale e La Politica Verde, ora li affrontiamo”.

In particolare, come Distretto Culturale, che cosa suggerisce per la Lombardia?

“La Lombardia, Modello Milano, deve impostare una chiara strategia di lungo periodo che ne governi lo sviluppo per i prossimi 20-30 anni. Deve per prima adottare l’ottica del distretto culturale dato che l’attuale modello predominante in tema di cultura (fare cultura o usare il nostro patrimonio culturale) non basta più. Occorre uno sviluppo evolutivo del territorio che trasformi la città di Milano, e per estensione tutta la Regione, in vero e proprio distretto culturale”.

E cosa intende per Politica Verde?

“Per Politica Verde intendo l’insieme di Industria 4.0 e di Crescita Verde. La prima indica una chiara direzione a come deve essere orientato lo sviluppo economico e tecnologico. Una integrazione di risorse fisiche (operatori, asset produttivi e prodotti) a prevalente contenuto immateriale che ne abilita l’interoperabilità all’interno di un nuovo modello manifatturiero, molto più dinamico, fortemente ottimizzato e auto-adattivo in real-time, con una garanzia di sicurezza cibernetica (lato reti), provenienza e fruibilità dei dati che realizzi i seguenti obiettivi di efficienza, qualità e competitività:

  1. abbreviare i processi di ingegneria
  2. accorciare la catena del valore ed integrarla virtualmente
  3. rendere la produzione flessibile
  4. automatizzare ulteriormente la produzione
  5. garantire la tracciabilità totale del singolo prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita”

Non mi sembra un’impresa facile …

“Non è un’impresa facile, ma non impossibile. Se è difficile che nel breve periodo si creino imprese 4.0 totalmente ex-novo, è tuttavia possibile ipotizzare che gli impianti esistenti possano essere riadattati e resi interoperabili con quelli della catena di fornitori iniziando ad integrare l’IoT. Da questo punto di vista è auspicabile un piano per lo sviluppo economico della nostra Regione. La mia proposta in termini di Crescita Verde è il Green Act Lombardo.
Una scelta che è in primo luogo culturale e che, soprattutto, ci viene chiesta a gran voce dal basso, dai cittadini che oggi hanno perfettamente compreso come i modelli produttivi del ‘900 sono ormai superati ambientalmente, ma anche poco economicamente sostenibili. L’economia lineare, che consumava risorse e produceva rifiuti, è oramai al tramonto. Il futuro è dell’Economia Circolare, l’economia sostenibile che fa del risparmio delle risorse, del loro riuso, della specialità e dell’eccellenza i suoi driver privilegiati”.

Come utilizzerebbe le nuove risorse economiche a disposizione nel 2023?

“Le nuove risorse economiche che si dovranno mettere in campo per la ripresa saranno ben spese, se verranno indirizzate verso i settori in grado di garantire un futuro. Penso alle tecnologie, alle fonti di energia rinnovabile, alla declinazione “verde” dell’edilizia , dell’urbanistica, ma anche delle buone pratiche che oggi consentono all’industria, anche quella pesante di essere sostenibile e ambientale. Le cose da fare sono davvero tante, anche perché per esempio il PM10 non è calato neppure durante il Lockdown.
E’ arrivato oramai il tempo di non rimandare le scelte, che devono essere decise e definitive, per il futuro delle generazioni milanesi e lombarde, soprattutto tenendo conto dei dati reali, non quelli che vengono interpretati, in merito alle seguenti tematiche:

  1. Investimenti sulla mobilità e trasporto ferroviario regionale (secondo passante ferroviario milanese, parcheggi interscambio gratuiti tra Milano e l’hinterland,  maggior investimento nei trasporti locali interurbani ecc.)
  2. Case popolari. Particolarmente l’adeguamento delle caldaie degli immobili ex Iacp (la causa principale del PM10) è ormai di competenza Regionale.
  3. L’impegno e la costruzione di fonti rinnovabili.
  4. L’utilizzo dell’acqua di prima falda con l’implementazione delle più avanzate tecniche di risparmio energetico (soprattutto in ambito edilizio, limitando le dispersioni di calore o l’accumulo nei mesi estivi, con l’obiettivo di migliorare il benessere abitativo e la compatibilità ambientale della struttura). Sono quindi da valorizzare sistemi di energia rinnovabile per il condizionamento (caldo e freddo degli ambienti) e l’utilizzo delle acque della prima falda.
  5. La necessità di una mappatura sulla permeabilità dei terreni per preservare anche per il futuro che le acque piovane permettano il mantenimento della falda acquifera.
  6. Investimenti sul teleriscaldamento degli edifici pubblici.
  7. La previsione dell’alberatura dei viali delle città e la facilitazione delle donazioni dei privati per l’acquisto degli alberi.
  8. La realizzazione Agricoltura Urbana, ecosostenibile a Km zero, che permetta sia l’indipendenza delle città dalle campagne, sia un risparmio nei termini dell’utilizzo di acqua e luce.

Come desidera concludere questa intervista?

“Nel nuovo ordine mondiale, causato dalla guerra e dagli accordi internazionali sui cambiamenti climatici, nascerà per il nostro Paese, e ancor di più per la nostra Regione, la necessità di essere quell’avanguardia tecnologica custode di eccellenze culturali, paesaggistiche e ambientali, le vere infrastrutture naturali non replicabili su cui costruire l’economia del futuro. Io credo che l’Italia, la Lombardia in particolare, con un mix di risorse pubbliche e private, col suo genio, e con le sue competenze, il suo saper fare, possa svolgere un ruolo di primissimo piano. Abbiamo dimostrato al mondo con l’EXPO di Milano di quanto genio, capacità organizzativa, fantasia, innovazione siamo capaci noi italiani”.