UE, sul price cap non si trova un accordo: cosa succede adesso

-

La crisi energetica prosegue sulla sua strada, ma le istituzioni ancora non riescono a trovare delle adeguate contromisure. L’inverno è arrivato, di certo non all’improvviso, e ancora una volta si ripropone il problema del gas, con l’Europa che ancora non è riuscita a trovare un accordo in merito.

In sintesi, oggi più che mai il possibile razionamento delle forniture diventa per gli italiani un rischio più che concreto, e non si tratta ovviamente di una buona notizia. Vediamo dunque di approfondire questo discorso.

La proposta del price cap e la spaccatura all’interno dell’UE

La proposta di per sé non è affatto complessa da capire. La commissione europea può realizzare progetti sugli argomenti più disparati. In questo contesto, ha mosso una proposta che potrebbe risolvere in parte la crisi energetica, dovuta alla riduzione delle forniture di gas. La proposta è la seguente: assegnare al prezzo del gas un tetto massimo di costo (ovvero il già citato price cap).

Purtroppo la situazione attuale pare non consenta l’applicazione pratica di questa strategia, poiché non si è raggiunta una decisione unanime da parte dei ministri dell’energia degli stati membri, che l’hanno bocciata quasi immediatamente. Questa situazione ha dato luogo ad un evento che di certo non giova all’immagine dell’Europa. Infatti, molti di loro si sono espressi sulla proposta della commissione definendola come uno “scherzo di cattivo gusto”.

Vuol dire che, in assenza di un eventuale colpo di coda (che comunque non dovrebbe arrivare), le famiglie dovranno fare di necessità virtù. Per affrontare i rincari si possono iniziare a prendere degli accorgimenti anche fra le quattro mura di casa. A proposito di questo, sul web si possono trovare alcune guide online che elencano diversi trucchi per consumare meno gas, consigliando dei piccoli accorgimenti utili per evitare eventuali rincari, oltre quelli già previsti durante questa stagione.

Tornando all’argomento principale, lo scontro tra commissione e consiglio UE non lascia spazio a spiragli: qualsiasi price cap proposto dalla commissione avrebbe un ovvio impatto sul mercato del gas. Di conseguenza, si tratta di una sorta di gatto che si morde la coda: qualsiasi altra proposta sul price cap, infatti, avrebbe il medesimo risultato.

Emerge lo spettro del razionamento

Di fronte a questa situazione di stallo, è evidente che l’unica soluzione possibile per fermare la crisi energetica è il razionamento: significa che ogni famiglia riceverà una certa quantità di gas e, in caso di superamento della quota, dovrà pagare le spese vive. Lo spettro del razionamento non è tanto lontano, considerando che l’Italia dovrebbe recuperare almeno 10 miliardi di gas per andare a compensare la riduzione delle importazioni, basandosi sulle medie di consumo degli ultimi anni. Il taglio dovrebbe corrispondere al 15% ed essere effettuato su base volontaria, e agendo secondo un piano di coordinazione tra i vari stati membri dell’unione europea.