Prospettive 2023 per il settore tecnologico

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Franklin Equity Group ritiene che la trasformazione digitale sia ancora agli inizi, con elementi favorevoli di crescita secolare di lungo termine che, a nostro avviso, si estendono ben oltre l’attuale ciclo economico. Nel 2022 l’aumento dei tassi di interesse, il rallentamento dell’attività economica e la normalizzazione delle abitudini di consumo dell’era COVID-19 hanno messo sotto pressione il settore tecnologico. Sebbene l’anno passato sia stato difficile, manteniamo il nostro ottimismo in quanto continuiamo a vedere segnali di qualità duratura, crescita sostenibile e valutazioni favorevoli. Guardando al 2023, prevediamo che le imprese continueranno a portare avanti molte delle loro iniziative di trasformazione digitale, sebbene a un ritmo più lento, anche a fronte della moderazione degli aumenti dei tassi e del rallentamento dell’attività economica. Ciò è dovuto al fatto che questi investimenti stanno trainando i necessari aumenti di produttività, soprattutto in un contesto inflazionistico.

Abbiamo individuato opportunità in società simili a piattaforme di alta qualità, che sono essenziali per le operazioni dei loro clienti, in aziende di software aziendale e servizi informatici (IT) e nei sottotemi secure cloud e Software-as-a-Service (SaaS), intelligenza artificiale (AI)/apprendimento automatico, futuro del lavoro e cybersicurezza.

Al contrario, prevediamo una maggiore incertezza nel settore della tecnologia di consumo, dato che gli elementi favorevoli del COVID-19 continuano a moderarsi, i prezzi dell’energia aumentano in Europa e l’attività economica globale rallenta. A nostro giudizio, settori come l’hardware IT di consumo, il gaming, l’e-commerce e la pubblicità digitale potranno dover percorrere una strada leggermente più lunga per la ripresa. Prevediamo inoltre che la spesa per consumi voluttuari si indebolirà con l’aumento della disoccupazione e con il calo dei risparmi delle famiglie accumulati durante la pandemia, in presenza di un’inflazione persistentemente elevata. In effetti, questa situazione ha iniziato a manifestarsi nella seconda metà del 2022, portando a revisioni negative delle stime nei settori dei semiconduttori, dei personal computer di consumo (PC), del gaming e di Internet. Se, da un lato, riteniamo che la crescita al di sotto del trend continuerà probabilmente anche nel 2023, dall’altro pensiamo che ci stiamo avvicinando al punto in cui le valutazioni incorporeranno questa visione. In queste categorie rivolte ai consumatori, rimaniamo concentrati su aziende che hanno raggiunto dimensioni significative e che sono collegate a sottotemi quali la trasformazione digitale dei media, il nuovo commercio, l’elettrificazione e l’autonomia.

Secondo la nostra analisi, la nostra strategia è ben posizionata per una ripresa, una volta che i tassi si stabilizzeranno e gli investitori torneranno a puntare su nomi tecnologici più incentrati sulle imprese.

Si tratta di società di alta qualità che dimostrano un potenziale di crescita superiore nel lungo periodo, stime a rischio ridotto e valutazioni migliori. A nostro avviso, per gli investitori che condividono la nostra mentalità di lungo periodo, il profilo rischio/ricompensa del settore tecnologico è probabilmente il migliore degli ultimi anni. Se i tassi si stabilizzeranno nei prossimi mesi, riteniamo che il settore tecnologico possa offrire un’interessante combinazione di “attacco” e “difesa” in questo contesto, grazie a livelli più elevati di crescita secolare duratura e a bilanci e margini solidi. In definitiva, riteniamo che la trasformazione digitale sia ancora agli inizi, con elementi favorevoli di crescita secolare di lungo termine che, a nostro avviso, si estendono ben oltre l’attuale ciclo economico. Come si vede nel grafico qui sopra, negli ultimi 20 anni le aziende dell’economia digitale hanno costantemente superato la crescita complessiva del prodotto interno lordo (PIL) negli Stati Uniti, grazie ad investimenti costanti di venture capital (VC) in tutti i cicli. Tuttavia, queste aziende rappresentano ancora solo il 10% circa del PIL totale. Secondo la nostra analisi, nel prossimo futuro questa tendenza continuerà ad aumentare in tutte le aree geografiche e probabilmente continueremo a detenere quelle che riteniamo essere aziende di alta qualità che sono meglio posizionate per cogliere questa crescita.