Stretta di Bruxelles sulle criptovalute: le transazioni dei clienti Ue saranno segnalate al fisco

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Lo prevede un pacchetto di norme presentato dalla Commissione europea con l’obiettivo di combattere evasione, elusione e riciclaggio

Tutti i fornitori di servizi di criptovalute, indipendentemente dalle loro dimensioni o ubicazione dovranno “segnalare le transazioni dei clienti residenti nell’Ue”. È quanto prevedono le nuove regole proposte dalla Commissione europea per migliorare la trasparenza fiscale dei mercati delle criptovalute e combattere evasione elusione e riciclaggio.

“Una tassazione equa ed efficace è fondamentale per garantire entrate per investimenti e servizi pubblici, creando nel contempo un ambiente imprenditoriale in cui l’innovazione possa prosperare – afferma il comunicato – Tuttavia, le autorità fiscali attualmente non dispongono delle informazioni necessarie per monitorare i proventi ottenuti utilizzando cripto-asset, che possono essere facilmente scambiati oltre confine. Ciò limita fortemente la loro capacità di garantire che le tasse siano effettivamente pagate, il che significa che i cittadini europei perdono importanti entrate fiscali”.

Da qui le nuove norme che introducono l’obbligo per “tutti i fornitori di servizi di criptovalute, indipendentemente dalle loro dimensioni o ubicazione, di segnalare le transazioni dei clienti residenti nell’Ue”. 

Sostanzialmente, soltanto le crypto decentralizzate come Bitcoin potrebbero sottrarsi alla normativa (salvo nuovi chiarimenti del legislatore) in quanto non esiste un fornitore di servizi in sé per questo tipo di valuta, a meno che la norma non interpreti i “miner” come fornitori (visto il trend normativo … sarà così).

Criptovalute e moneta elettronica

La frode e l’evasione fiscale comportano la perdita di denaro, che potrebbe essere utilizzato per pagare ad es. sanità e istruzione. Nonostante le azioni intraprese negli ultimi anni, nuovi mezzi di pagamento e investimenti alternativi minacciano di compromettere i progressi compiuti in materia di trasparenza fiscale e comportano notevoli rischi di evasione fiscale. Già alla fine del 2020 la Commissione europea aveva anticipato le proprie intenzioni in un documento pubblicato con il titolo Tax fraud & evasion – strengthening rules on administrative cooperation and expanding the exchange of information

La Commissione europea infatti preannunciava l’intenzione di modificare la direttiva sulla cooperazione amministrativa (“DAC”) per garantire che le norme dell’UE rimanessero in linea con l’evoluzione dell’economia e includessero altri settori come i cripto-asset e la moneta elettronica (proposta DAC8).

Secondo la Commissione, l’importanza economica in rapida crescita delle criptovalute come Bitcoin facilita la frode e l’evasione fiscale. Nonostante questa tendenza, si sa ancora poco sull’impatto sulla tassazione. JRC (Joint Research Centre della Commissione europea) ha cercato di far luce sulla tassazione delle plusvalenze da criptovalute nell’UE, basandosi sulle scarse prove empiriche per fornire una prima approssimazione dell’importanza quantitativa delle plusvalenze da Bitcoin. In questo modo, il JRC ha contribuito alla valutazione d’impatto della proposta DAC8.