Fondi comuni, Visco ad Assiom Forex: raccolta netta stabile, in Europa è diminuita

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Nel comparto della gestione del risparmio il rilevante aggiustamento dei prezzi delle attività finanziarie avvenuto a seguito dello scoppio della guerra e del rialzo dei tassi di interesse, pur riducendo la redditività dei fondi comuni italiani, è stato assorbito in modo ordinato senza dar luogo a forti disinvestimenti. Lo ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo ad Assiom Forex.

La raccolta netta si è mantenuta stabile, mentre nel resto dell’Europa è diminuita. Coerentemente con il rialzo dei tassi di interesse si sono registrati deflussi dal comparto dei fondi obbligazionari, compensati da un aumento degli investimenti in quelli azionari. Le prospettive della raccolta, e quindi anche quelle dell’andamento delle commissioni che le banche percepiscono a fronte della distribuzione di prodotti d’investimento, sono incerte, ha proseguito Ignazio Visco.

Da un lato, l’attività dei fondi comuni potrebbe essere stimolata dalla ricerca da parte dei risparmiatori di rendimenti più elevati, per compensare almeno in parte l’effetto dell’inflazione. Dall’altro, il perdurare del rischio di ulteriori repentini aggiustamenti dei prezzi delle attività finanziarie induce a investire in strumenti più sicuri che, viste le mutate condizioni di mercato, offrono comunque rendimenti soddisfacenti.
Ai già citati deflussi di depositi bancari si sono quindi accompagnati ingenti investimenti in titoli di Stato da parte delle famiglie. L’aumento dei tassi e il rallentamento ciclico accrescono anche per questi intermediari i rischi di liquidità, di mercato e di credito.

I fondi aperti italiani sono tuttavia in generale nelle condizioni di poterli fronteggiare. La leva finanziaria è bassa, le attività gestite sono caratterizzate da una durata contenuta e il grado di liquidità (definito dal rapporto tra le giacenze di conto corrente e il patrimonio netto) è elevato nel confronto storico. Negli ultimi mesi si è anche ridotta la quota di obbligazioni “high yield”, più vulnerabili rispetto a quelle con maggiore merito di credito.

Nel comparto del risparmio gestito gli aspetti relativi al governo societario (quali la capacità di pianificazione strategica e l’adeguatezza dei controlli interni) hanno particolare rilevanza per la sana e prudente gestione. Per questo motivo, nello SREP che la Banca d’Italia sta conducendo sulle società di gestione del risparmio poniamo speciale enfasi su questi profili. Ulteriori affinamenti metodologici verranno sviluppati per il prossimo anno al fine di valutare meglio i rischi derivanti dall’esternalizzazione di funzioni critiche e dall’innovazione tecnologica.

Le attività dei fondi alternativi, che investono in beni immobili, società non quotate o crediti, hanno continuato ad aumentare; superando i 100 miliardi di euro esse rappresentano oggi quasi un terzo del totale dei fondi comuni italiani. La crescita del comparto può consentire alle imprese di ampliare le fonti di finanziamento e agli investitori di differenziare i portafogli. I fondi alternativi, grazie alla normativa nazionale particolarmente stringente, sono tipicamente chiusi, aspetto che contribuisce ad attenuare i rischi di liquidità; sono tuttavia caratterizzati da una maggiore leva finanziaria, che ne amplifica il grado di interconnessione con il resto del sistema. I fondi immobiliari, in particolare, hanno un indebitamento relativamente elevato, prevalentemente nei confronti delle banche, caratteristica che li rende più di altri una potenziale fonte di contagio. Anche alla luce della forte crescita delle attività gestite da questi fondi, guidata da quelli che investono in immobili commerciali, stiamo avviando approfondimenti specifici, i cui risultati consentiranno di valutare meglio i rischi per la stabilità dei singoli intermediari e per il sistema nel suo complesso, sottolinea Bankitalia.