Arte Laguna Prize: il futuro dell’arte contemporanea è già qui

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Valorizzare i talenti emergenti sulla scena artistica contemporanea internazionale: è questa la scommessa che, ben diciassette anni fa, ha portato l’associazione culturale MoCA – Modern Contemporary Art alla creazione di Arte Laguna Prize. Oggi, il premio d’arte contemporanea basato a Venezia, è divenuto uno dei riconoscimenti internazionali di maggior rilievo.

Dall’11 marzo al 16 aprile, Arte Laguna Prize va in scena all’Arsenale Nord di Venezia con la mostra dei finalisti della 16° e della 17° edizione del premio. Una competizione che il curatore, Luca Beatrice, non esita a definire come «sempre più aperta, democratica, internazionale, attenta alle tematiche più attuali». Ad accogliere i visitatori ci sono 240 opere provenienti da oltre 50 Paesi e selezionate tra le almeno 20 mila candidature recepite. Una giuria internazionale di professionisti del mondo dell’arte – curatori, esperti, direttori museali – ha infatti operato una scelta tra le numerosissime proposte ricevute nelle varie categorie. Arte Laguna Prize è, per l’appunto, uno spazio multidisciplinare in cui le più tradizionali sezioni pittoriche, fotografiche e scultoree sono in dialogo con le espressioni artistiche digitali, il design, l’arte grafica e i cartoons, le opere certificate con NFT, la video art, la land e urban art, le performance.

Proprio i performer sono stati tra i protagonisti della prima parte della serata inaugurale dell’11 marzo, esibendosi in diretta di fronte al pubblico nelle suggestive nappe dell’Arsenale Nord di Venezia. Degno di nota l’intervento del collettivo Sine Qua Non Art, guidato dagli artisti Christophe Béranger e Jonathan Pranlas-Descours, che – mettendo in risalto il corpo umano attraverso dei movimenti complessi e scenografici –  sensibilizza sulla necessaria alleanza tra gli individui per la costruzione del futuro. Da segnalare anche la performance di Lisha Liang, artista cinese residente a Firenze, incentrata sulla ricerca della libertà da parte di una donna ingabbiata in un ambiente opprimente, una liberazione che si declina innanzitutto come un’emancipazione sessuale.

Al termine delle performance, la cerimonia di premiazione presentata da Yvonne Apiyo Braendle-Amolo ha incoronato l’artista polacca Anna Drosz-Tutaj e il taiwanese Ohao Chen come vincitori assoluti, la prima per la 16° edizione con l’installazione The Power of the Element e il secondo per la 17° con la video-installazione Back to Glory: Make _ _ Great Again. La giuria della 16° edizione ha selezionato l’opera, caratterizzata dall’assemblaggio di centrini colorati, «per la sua linearità e la pulizia esecutiva» definendola come «un ordigno visivo che […] evoca il potere degli elementi e della memoria che compatta il nostro essere emozionale e logico. Stabilità e dinamismo, originario ed originale, operano come “conspiratio oppositorum” in perfetta armonia». L’opera di Chen, invece, incentrata sulla propaganda politica legata alla questione militare, prevede il coinvolgimento del pubblico, invitato ad esprimere il proprio voto su un’immaginaria proposta di militarizzazione della popolazione anziana. «Sebbene ipotetica, questa condizione parla della realtà presente e del terrore di un conflitto che incombe indiscriminatamente su di noi. Il dilemma è chiaro: Chi sacrificare? Giovani o anziani? L’artista invita il pubblico a votare».

La giuria ha inoltre conferito due menzioni d’onore: l’opera fotografica The Otherness of Self, dell’australiano Kailum Graves, per la 16° edizione mentre per la 17° la performance di Chih Chiu (Taiwan) Self Service Barbershop.

Numerosi sono stati anche i premi speciali elargiti, frutto delle partnership stipulate da Arte Laguna Prize con istituzioni culturali internazionali, gallerie, residenze, festival e aziende. Ne sono un esempio la Cris Contini Gallery di Londra, che ha premiato l’artista tedesco Jens Hesse e il pittore cileno Cristián Meza, o Art Nova 100, piattaforma cinese dedicata all’arte contemporanea che ha voluto gratificare i finalisti di video arte. Altro aspetto interessante è la sezione Sustainability and Art, creata nel 2015 in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari per sensibilizzare anche gli artisti sui temi del riciclo. Marina Gasparini si aggiudica il premio nell’ambito della 16° edizione mentre il vincitore per l’edizione 17 è stato l’artista ecuadoregno, residente in Svezia, Daniel Espinosa, ideatore dell’opera “Grumpy Alebrije” (2019) realizzata con cocci di ceramica raccolti dall’artista sulle spiagge dell’Ecuador in oltre vent’anni.

Ma oltre le pareti dell’Arsenale, l’universo di Arte Laguna Prize continua ad espandersi grazie alla piattaforma digitale Arte Laguna World dove i collezionisti possono scoprire talenti ed acquistare i lavori degli artisti che hanno inviato la propria candidatura al premio. Un concentrato d’arte di agevole navigazione in cui sono riunite le personalità più promettenti della scena attuale, nomi e creazioni da tenere d’occhio, proposte originali e rilevanti su cui investire. Arte Laguna Prize si conferma, così, “the place to be” per gli interessati alle novità del panorama artistico, uno spazio stimolante per i collezionisti che troveranno di fronte a sé il futuro – già presente – dell’arte contemporanea.