Asset alternativi in crescita a 52 miliardi di euro. Consulenza finanziaria in evoluzione in Italia

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In Europa gli asset sono concentrati nei segmenti Affluent e Private, che risultano molto attrattivi, con più del 40% e 30% degli asset totali. In questo scenario, l’Italia è tra i mercati a maggiore rilevanza, con oltre 3.700 miliardi di euro di risparmi dei privati.

“Lo scenario inflattivo e gli alti tassi di interesse impatteranno nel breve periodo sul risparmio, ma non è atteso un effetto sulla crescita del segmento nel lungo termine”, spiega Daniele Funaro, Partner di Bain & Company. “Il mercato è oggi servito da diversi operatori finanziari caratterizzati da modelli industriali con significative differenziazioni in termini di set up organizzativo, modello operativo, go-to market e con differenti logiche di erogazioni dei servizi di consulenza sugli investimenti alla clientela. Questi ultimi rappresentano un elemento chiave per supportare le scelte di allocazione dei risparmi dei clienti Affluent e Private. Sul mercato italiano sono presenti diversi modelli di consulenza, con un trend comune: l’evoluzione da logiche di prodotto a quelle di portafoglio e di consulenza evoluta. La proposta di consulenza sta evolvendo da un’advisory sugli investimenti a life planning integrato, supportata da un modello più centralizzato e focalizzato su obiettivi finanziari e non solo (es. copertura bisogni assicurativi). Questo approccio consente di superare i punti di debolezza dell’advisory tradizionale e genera valore per cliente e banca”.

Secondo l’analisi di Bain, il percorso evolutivo in atto nella consulenza dovrà considerare anche nuove asset class per la clientela Retail: non limitarsi solo agli asset liquidi, ma anche asset alternativi ed in prospettiva digitali, per diversificare maggiormente gli investimenti e fornire differenziali di redditività.

“Ad oggi”, prosegue Funaro, “gli alternative asset nel mondo sono poco penetrati nei portafogli degli investitori per una serie di fattori industriali, di conoscenza e di accessibilità anche per vincoli regolamentari. Oggi, la ricchezza privata è circa il 50% del totale ma solo il 16% dell’AUM alternativo”.

In Italia, questi investimenti rappresentano una quota marginale della ricchezza, circa 52 miliardi di euro. Tuttavia, rappresenteranno una asset class sempre più importante del portafoglio di investimento sia della clientela Private che di quella Affluent in tutte le principali geografie. Infatti, il 44% degli investitori intervistati da Bain & Company a livello globale pianifica di aumentare l’allocation su questa tipologia di investimenti, ma gli asset alternativi sono percepiti come strumento di diversificazione che richiede corretta educazione, soprattutto in merito alla selezione dell’investimento.

“Considerate le prospettive di crescita di questo mercato e la sua importanza per l’economia del Paese, è necessario un importante stimolo a livello normativo e fiscale per incentivare gli investitori”, continua Funaro.

“Tra le nuove asset class emergenti, i Digital Assets”, conclude Flavio Rettore, Associate Partner di Bain & Company, “peseranno sempre di più nel portafoglio degli investitori. In tale contesto, le criptovalute rappresentano un’opportunità di investimento immediata, con un volume globale di oltre 1.000 miliardi di euro. Tuttavia, il vero motore di cambiamento sarà rappresentato dagli asset-backed tokens, che permetteranno di investire in mercati oggi poco accessibili: Debito Privato, Private Equity e Real Estate. Le numerose regolamentazioni in arrivo a livello EU – che garantiranno framework armonizzati su emissione e trading, maggiore protezione per gli investitori ed una regolamentazione chiara per le Banche in termini di requisiti di capitale e test / controlli sul valore di tali assets – renderanno questi investimenti sempre più appetibili per investitori e intermediari, generando una crescita significativa nei prossimi anni”.