I rendimenti in valuta locale dei mercati emergenti offrono protezione in condizioni di volatilità

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Lo scenario macroeconomico globale è stato il principale catalizzatore dei rendimenti del debito dei mercati emergenti nel 2022 e sembra destinato a svolgere lo stesso ruolo anche nel 2023. Nel contesto attuale, ci sono tre principali fattori di influenza: inasprimento delle condizioni finanziarie in primis negli Stati Uniti, rafforzamento del dollaro USA e indebolimento della crescita globale.

1. Condizioni finanziarie negli USA

Le condizioni finanziarie negli Stati Uniti (la facilità di accesso ai finanziamenti da parte di imprese e famiglie) sono notevolmente peggiorate nel 2022 a seguito dei più rapidi e ampi aumenti dei tassi d’interesse statunitensi dai primi anni ’80.

L’inasprimento delle condizioni finanziarie negli Stati Uniti si ripercuote direttamente sul debito dei mercati emergenti attraverso l’incremento dei tassi d’interesse sul debito denominato in dollari USA. Tuttavia, la differenza nei tassi reali (il tasso d’interesse percepito dagli investitori al netto dell’inflazione) offerti dai mercati emergenti rispetto a quelli sviluppati rimane positiva e allettante al confronto con altre classi di attivi. Ciò dovrebbe contribuire ad attenuare l’impatto dell’inasprimento delle condizioni finanziarie statunitensi.

2. Il dollaro USA

Un altro importante fattore che ha influenzato l’andamento del debito dei ME nel 2022 è stato il continuo rafforzamento del dollaro USA, che ha esacerbato le perdite nel debito in valuta locale dei ME e fatto lievitare i costi di finanziamento estero per i paesi emergenti. Nonostante le valutazioni apparentemente tese, è improbabile che si assista a un’inversione di tendenza almeno fino al termine della stretta monetaria da parte degli USA, all’arrivo di qualche notizia positiva dal conflitto Russia/Ucraina – che attenuerebbe la crisi energetica e migliorerebbe le prospettive macroeconomiche europee – o all’introduzione di qualche stimolo in Cina. Non appena questi fattori inizieranno a cambiare, è facile prevedere che la reazione del mercato valutario sarà molto brusca e il dollaro potrebbe indebolirsi molto rapidamente, soprattutto alla luce delle attuali valutazioni elevate.

3. Crescita globale

La crescita globale ha subito un brusco rallentamento a causa dell’accelerazione dei rialzi dei tassi d’interesse, dell’inflazione galoppante e del conflitto tra Russia e Ucraina. La fine della politica zero COVID in Cina potrebbe fornire un impulso tempestivo alla crescita globale e regionale, ma difficilmente riuscirà a fungere da motore per rilanciare le quotazioni nei ME e i prezzi delle materie prime, visti i crescenti limiti del suo modello di espansione e le spinte geopolitiche per una de-globalizzazione.

Debito in valuta locale: preferenza per l’America Latina

Ad oggi, il debito in valuta locale dei ME si è dimostrato relativamente resiliente nel 2022, con una perdita inferiore al 12% in valuta locale e appena sotto il 20% in dollari USA, a riprova della solidità della divisa statunitense. Escludendo il dollaro, dall’inizio del 2022 i tassi di cambio dei ME hanno effettivamente superato la maggior parte delle altre valute dei mercati sviluppati. Ciò è ascrivibile in parte alla proattività delle banche centrali dei ME che hanno alzato i tassi d’interesse con un certo anticipo per controllare l’inflazione.

Di conseguenza, pur non potendo escludere un ulteriore indebolimento se il contesto globale dovesse rimanere sfavorevole anche nel 2023, i rendimenti dei ME sono già relativamente elevati, mentre i tassi di cambio si attestano ora a livelli relativamente convenienti.

Al momento ci sembra che a offrire il maggior valore siano i Paesi dell’America Latina, come Brasile, Messico e Colombia, dove le banche centrali hanno già aumentato i tassi d’interesse, contribuendo a mantenere l’inflazione sotto controllo e a sostenere i tassi di cambio. Inoltre, i Paesi dell’America Latina stanno ampiamente beneficiando dell’incremento dei prezzi delle materie prime e sono meno esposti al conflitto in Ucraina.

Nell’Europa centrale sembrano esserci delle opportunità all’orizzonte. Lo scenario dei bassi tassi d’interesse a cui abbiamo assistito in Europa per anni sta per volgere al termine. Le banche centrali di tutta la regione hanno attuato forti rialzi dei tassi per domare l’inflazione. Di recente, sia la Repubblica Ceca che la Polonia hanno mantenuto i tassi invariati e potrebbero ora aver raggiunto la fine dei cicli di incremento.

Conclusione

Il contesto globale si conferma difficile per il debito dei ME e la volatilità sembra destinata a proseguire anche nel 2023. Detto questo, le valutazioni sono notevolmente migliorate e il debito dei ME sembra ora scontare i rischi noti, motivo per cui potrebbe offrire un potenziale di rendimento allettante per gli investitori con approccio di lungo termine basato sulla ricerca. Da parte nostra, intravediamo buone opportunità nei titoli in valuta locale di alcuni paesi che si sono dimostrati proattivi nelle loro risposte di politica monetaria.