L’India sarà inclusa nell’indice obbligazionario

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Di recente, JPMorgan ha reso noto che i Titoli di Stato Indiani (TSI) saranno inclusi nella serie di indici GBI-EM di JP Morgan[1], compreso l’indice GBI-EM (emerging market) Global Diversified, ampiamente utilizzato. Si inizierà con una ponderazione dell’1% a giugno 2024, con un successivo graduale incremento fino a una ponderazione massima del 10% entro marzo 2025.

Il mercato dei TSI è il secondo mercato obbligazionario dei ME per dimensioni (dopo la Cina) e l’India è l’unico paese ad avere un rating investment grade senza essere incluso in uno dei principali indici obbligazionari. JPMorgan ha inserito i TSI in una watch list nel 2021, in vista di un loro eventuale inserimento, a seguito dell’introduzione del programma indiano FAR (Foreign Accessible Route)[2] nel 2020. Finora, l’ostacolo all’inclusione era legato al sistema fiscale del paese; tuttavia, l’inserimento sembra essere avvenuto in assenza di un impegno da parte dell’India per modificarlo. Attualmente, 23 TSI, con un valore nozionale complessivo di 330 miliardi di dollari USA, sono idonei all’inclusione nell’indice e consentirebbero all’India di raggiungere una ponderazione del 10% all’interno dello stesso[3].

Nonostante l’ammontare e la liquidità dei TSI, gli investimenti stranieri in titoli di Stato risultano tra i più bassi nei ME[4] e potrebbero potenzialmente offrire una significativa opportunità di aumento nei prossimi anni. Secondo le stime di Goldman Sachs, l’inserimento dell’India potrebbe determinare flussi in entrata passivi di circa 30 miliardi di dollari USA e flussi attivi per altri 10 miliardi di dollari USA, considerando i rendimenti nominali relativamente elevati dei TSI, pari al 7% circa, a fronte di una volatilità relativamente contenuta[5].

Tali flussi in entrata dovrebbero determinare una diminuzione dei rendimenti dei TSI e un rafforzamento della valuta, anche se vi sono alcuni potenziali ostacoli, come l’aumento del prezzo del petrolio e il divieto di esportazione del riso indiano. Nel medio termine, i flussi in entrata dovrebbero contribuire a finanziare il deficit delle partite correnti e fiscale del paese, mentre la diversificazione della base di investitori dovrebbe estendere ed ampliare il mercato obbligazionario e potrebbe potenzialmente ridurre i costi di finanziamento del debito pubblico, senza alcun rischio di crowding out per il governo. Più a lungo termine, possiamo attenderci una diminuzione del costo del capitale, che contribuirebbe a finanziare maggiori investimenti e potenzialmente una maggiore crescita economica.

Quando l’India raggiungerà la ponderazione del 10%, probabilmente l’Asia arriverà a rappresentare poco meno del 50% dell’indice GBI-EM Global Diversified. Secondo JPMorgan, Cina e Indonesia dovrebbero mantenere le rispettive ponderazioni del 10% all’interno dell’indice, mentre Messico, Malaysia e Brasile dovrebbero scendere sotto tale soglia. I principali ridimensionamenti includono Thailandia, Sudafrica, Polonia e Repubblica Ceca. Nel contempo, l’inserimento dell’India nell’indice GBI-EM Diversified determinerebbe un aumento dei rendimenti dell’indice di 8 pb (e di 33 pb per l’indice GBI-EM Global) e della duration di 0,24 anni, al completamento di questo straordinario processo[6].

L’India continua a essere un mercato obbligazionario interessante per noi, considerando le dimensioni del mercato obbligazionario e i progressi economici compiuti in generale dal paese. Più recentemente, l’inflazione è diminuita, riavvicinandosi al target, e il governo si è progressivamente orientato verso il consolidamento fiscale.

[1]JP Morgan Global Bond Index – Emerging Markets.

[1] Il Foreign Accessible Route consente agli investitori stranieri di investire in titoli di Stato indiani senza alcuna restrizione

[1] Fonte: Capital Group. Dati al 22 settembre.

[1] I possessori stranieri di TSI rappresentano l’1,85%. Fonte: Morgan Stanley. Dati al 22 settembre 2023.

[1] Fonte: Goldman Sachs. Dati al 22 settembre 2023.

[1] Fonte: JPMorgan. Dati al 21 settembre 2023.