Le multinazionali riescono a prosperare in tempi difficili

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Le multinazionali godono in molti versi di un miglior posizionamento per navigare in un contesto incerto e sviluppare soluzioni efficaci per affrontare i cambiamenti destabilizzanti. Il primo fra tutti è un approccio di business sempre più “multi-locale”, che le avvicina ai consumatori di tutto il mondo. Ecco quattro motivi per cui siamo ancora ottimisti sul fatto che le multinazionali possano prosperare in tempi difficili:

1. Le multinazionali sono in grado di adattarsi alle tensioni tra Stati Uniti e Cina

Nel frattempo, le aziende che operano in tutto il mondo stanno facendo quello che sanno fare meglio: trovare nuovi modi per adattarsi e avere successo a prescindere dai crescenti ostacoli. Ad esempio, nel settore dei chip per computer, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) e il produttore di chip ASML stanno ampliando le proprie attività in tutto il mondo. A balzare particolarmente all’occhio è l’impresa di TSMC, che sta costruendo nuovi impianti produttivi in Arizona e Giappone, mentre la controparte con sede nei Paesi Bassi, ASML, sta investendo più silenziosamente nel consolidamento delle proprie attività in Germania, Connecticut e California. La costruzione di nuovi stabilimenti potrebbe favorire Caterpillar, il più grande produttore mondiale di attrezzature per l’edilizia, che sembra destinato a registrare una maggiore domanda di prodotti per impieghi gravosi. Questi sono esempi delle tipologie di società che ci piace chiamare “campioni globali”. Possono senz’altro affrontare i momenti difficili, ma possono anche riposizionarsi per avere successo quando la situazione migliora.

2. Team di gestione esperti sanno gestire le sfide

Non è un caso se le multinazionali sono arrivate a dominare l’economia e i mercati finanziari globali. Nella maggior parte dei casi, queste realtà sono gestite da manager brillanti, resilienti e esperti. Hanno operato in qualsiasi tipo di contesto commerciale, dai più favorevoli ai più ostili. Nestlé è un buon esempio di come una multinazionale possa attingere a soluzioni high-tech per semplificare le operazioni della sua catena di fornitura. Negli ultimi anni, il gigante del settore alimentare si è affidato sempre più alla blockchain – meglio conosciuta come la base della tecnologia legata al bitcoin – per garantire una consegna dei prodotti più rapida, trasparente e conveniente. I dati della blockchain disponibili pubblicamente non solo consentono all’azienda di monitorare il sourcing della catena di fornitura in modo più efficiente, ma specificano anche l’origine esatta dei prodotti che i clienti desiderano acquistare. Per sapere ad esempio da dove provengono dei chicchi di caffè, basterà scannerizzare un codice a barre.

3. Alcune società potrebbero beneficiare della rilocalizzazione delle catene di approvvigionamento

Molte società globali stanno operando con successo sui mercati locali, anziché lasciarsi intimidire delle barriere commerciali. Sta diventando sempre più importante per le multinazionali che luogo di produzione e vendita coincidano. Per poter avere successo, devono muoversi velocemente e reagire in maniera efficace alla concorrenza locale. Non è tutto: molte aziende globali stanno abbandonando le catene di approvvigionamento basate su un’unica fonte. Affidabilità e resilienza sono più importanti dei costi e dell’efficienza. Ciò significa riportare “in patria” alcune attività manifatturiere (il cosiddetto “reshoring”) e spostarne altre all’estero, ad esempio in India, Vietnam e Messico.

Nike, il colosso dell’abbigliamento sportivo, ottimizza questo approccio con le sue iniziative di vendita “iper-locali”. Ad esempio, ha aperto un negozio le cui scorte di calzature si basano sui dati relativi alle tendenze d’acquisto online nelle zone limitrofe. Più locale di così non si può. In Europa, Nike ha avviato un progetto di filiera produttiva “lampo” che consente di personalizzare colori e materiali in base alle preferenze dei singoli clienti in tutte le città in cui è presente. Visa e Mastercard stanno adottando un approccio per molti versi simile nel mercato dell’elaborazione elettronica dei pagamenti, personalizzando le soluzioni non solo in base alle preferenze dei clienti locali ma anche alle norme finanziarie vigenti nel mondo. Entrambe le società sono cresciute a ritmi salutari, evolvendosi e adattandosi all’arrivo di concorrenti sempre nuovi nel settore del fintech. Le società che hanno superato con successo la crisi del COVID sono riuscite a espandere rapidamente le proprie offerte online, localizzare le fonti di approvvigionamento, produrre più vicino a dove vendono e attingere a più fornitori in tutto il mondo. Questo contesto imprevedibile ha contribuito a rafforzare le multinazionali che disponevano delle competenze, delle risorse e della liquidità necessari ad adattarsi con la massima velocità.

4. I campioni globali prosperano nei mercati emergenti

Sotto molti aspetti, questa strategia multi-locale è cruciale per le aziende di Stati Uniti, Europa e Giappone che siano determinate a rimanere rilevanti o a espandersi in mercati emergenti più dinamici. Molti di questi paesi – Cina, India, Brasile ecc. – stanno nutrendo i propri colossi multinazionali ma anche concorrenti di minori dimensioni concentrati su singoli paesi, lasciando indietro i protagonisti globali del passato. Un esempio è Mercado Libre: spesso chiamato “l’Amazon.com dell’America Latina”, ha svolto un encomiabile lavoro di difesa del proprio territorio proprio dall’azienda con cui viene spesso confrontato. Uno dei principali vantaggi di Mercado Libre è il ricorso più intensivo a venditori terzi – molti con sede in America Latina – il che offre ai clienti locali un maggiore accesso a beni provenienti dalla zona attraverso una piattaforma online rapida ed efficiente.

Un rischio significativo per alcune multinazionali di grandi dimensioni è che potrebbero soffrire la concorrenza di realtà più piccole, ma meglio radicate nei mercati locali. A nostro avviso, questa dinamica rappresenta una minaccia molto più rilevante di qualunque problema geopolitico o commerciale. I consumatori dei mercati emergenti ricercano marchi di cui potersi fidare e aziende che conoscano la realtà locale. Pertanto, le grandi multinazionali in grado di scomporsi, pensare localmente, muoversi agilmente e lanciare prodotti velocemente dovrebbero avere maggiori chance di successo nel lungo termine.

Al contempo, questo mutamento del panorama globale è una buona notizia per gli addetti alla selezione dei titoli, che si concentrano sulla ricerca fondamentale. Non tutte le aziende ottengono i risultati auspicati, ed è nostro compito “separare il grano dal loglio”. Se si è disposti ad accettare qualche turbolenza a breve termine per ottenere benefici nel lungo periodo, è questo il momento ideale per investire in modo attivo.