Come la digitalizzazione spingerà gli investimenti in energia pulita

-

Digitalizzazione ed energia pulita

Nonostante brevi periodi di bear markets, il settore finanziario è in un bull market dal 2013, ovvero con prezzi in crescita. Anche con la volatilità e l’incertezza che caratterizzano il 2023, gli analisti ritengono che il mercato rialzista che stiamo attraversando da un decennio non sia ancora arrivato a termine. Una crescita sostenibile in un periodo così esteso deve essere supportata da cicli d’investimento significativi e duraturi. I due cicli che caratterizzano quest’era finanziaria sono la digitalizzazione e l’energia pulita, ovvero macro-trend di qualità che continueranno ad essere profittevoli a lungo termine.

L’era della digitalizzazione è iniziata nel 2007 quando Apple ha messo in commercio il primo iPhone. La crescita iniziale del trend ha avuto luogo durante la crisi del 2008, ma nonostante ciò ha continuato ad evolversi. Il tech è infatti uno dei settori con più spese in conto capitale, che sostengono la produttività. Ad oggi, sempre più aziende si stanno digitalizzando, richiedendo servizi come il cloud computing, necessario per lo stoccaggio di informazioni. L’arrivo dei big data, il cui utilizzo è essenziale per analizzare il comportamento dei consumatori ed essere competitivi, ha portato a una maggiore importanza del settore. Inoltre, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, le opportunità di crescita sono aumentate. Nonostante gli alti tassi d’interesse e l’incertezza macroeconomica degli ultimi anni, le grandi aziende del tech continuano a investire nel futuro della digitalizzazione.

Microsoft, per esempio, ha appena annunciato un investimento di $10 miliardi in Open AI, che supporterà Azure, il suo business di cloud computing. Quest’ultimo beneficerà da un tasso annuale di crescita dei ricavi del 16,7% dal 2022 al 2027 (grafico sopra rappresentato). Inoltre, il trend della digitalizzazione favorisce i cicli d’investimento nell’energia pulita, aumentando la domanda per l’elettricità. La domanda avrà un tasso di crescita più alto del PIL mondiale fino al 2030, e per la prima volta le energie rinnovabili avranno una grossa quota di mercato. Il mondo si sta muovendo verso la decarbonizzazione, con investimenti sostanziali per l’efficienza energetica e la produzione di energia rinnovabile. Per esempio, i ricavi di First Solar, un’azienda che produce pannelli solari, cresceranno del 22% dal 2022 al 2027 (grafico sopra rappresentato). Secondo gli analisti, la decarbonizzazione rimarrà un trend principale per i prossimi trent’anni, tangente a svariati settori, come le industrie di semiconduttori e materiali. Di conseguenza, molte aziende, alcune già con valutazioni attraenti, beneficeranno da questi trend di qualità.

IL TETTO DEL DEBITO USA

Secondo il Segretario del Tesoro Yellen, gli Stati Uniti potrebbero raggiungere il tetto del debito già dal primo giugno. Il tetto, ora a $31,4 migliaia di miliardi, è il limite massimo di debito che può accumulare il governo federale. Se non verrà alzato, il Paese entrerà in default per la prima volta nella storia. Il governo americano non ha ancora raggiunto un accordo: i repubblicani vogliono alzare il tetto diminuendo la spesa del governo, mentre i democratici vogliono alzarlo senza condizioni. I repubblicani controllano la Camera dei rappresentanti e i democratici il Senato, rendendo difficile raggiungere un consenso.

Il debito del governo americano è uno degli investimenti più sicuri a livello globale e viene utilizzato come indice di riferimento per stabilire i tassi d’interesse. Se gli investitori dovessero avere dubbi sull’abilità del governo di ripagare il debito, l’incertezza economica e finanziaria potrebbe estendersi anche al di fuori degli Stati Uniti. Il raggiungimento del tetto causerebbe una crescita dei tassi d’interesse sui titoli del Tesoro, dato che gli investitori richiederebbero rendimenti più alti per il rischio di default. Questo porterebbe a un aumento dei tassi nell’economia reale, a partire dai mutui fino ai prestiti alle aziende, che andrebbe ad aggiungersi ai rialzi degli ultimi mesi. Il 3 maggio Powell ha annunciato un rialzo di 25 punti base, incrementando il costo del finanziamento del debito per il governo. Raggiungere il limite aumenterebbe anche lo stress sul sistema bancario, causando perdite alle banche con bilanci poco solidi. Inoltre, un default a breve termine porterebbe a una contrazione del PIL dello 0,5%, mentre un default protratto per un intero trimestre fiscale lo diminuirebbe del 6,1%. Nel secondo caso, il mercato azionario crollerebbe del 45%. Gli investitori stanno iniziando a reagire al rischio. Sono aumentati gli investimenti nei titoli del Tesoro a ultra-breve termine, con scadenza prima della data di default prevista. Lo spread tra i titoli con scadenza a 10 anni e quelli a tre mesi ha raggiunto il -1,88%, rappresentando il rischio percepito dagli investori per quest’estate. Ad ogni modo, in passato, nonostante le divergenze politiche, il governo non ha mai permesso che gli Stati Uniti entrassero in default. Per esempio, quando il tetto è stato raggiunto a gennaio, il Tesoro ha sospeso i reinvestimenti nei fondi pensione per riuscire a rimborsare gli obbligazionisti. Il 9 maggio ci sarà una riunione tra Biden e i leader del Congresso per discutere il problema. Anche se in disaccordo sui metodi, entrambi i partiti vogliono alzare il tetto del debito, indicando una probabile risoluzione del conflitto.