Cicli finanziari prossimi al picco, stress in vista?

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Il ciclo finanziario USA ha perso slancio e più avanti nel corso di quest’anno, stando alle previsioni, dovrebbe raggiungere il proprio picco ed entrare nella sua fase discendente. In passato i picchi dei cicli finanziari (nel 1988 e nel 2006) hanno coinciso con periodi di stress finanziario. Gli Stati Uniti non sono soli: la maggior parte dei Paesi appartenenti ai mercati sviluppati si trova in corrispondenza del picco del proprio ciclo o l’ha appena superato. I cicli finanziari sono un concetto elaborato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) e che funge da parametro unico per misurare la forza combinata del ciclo creditizio e del mercato immobiliare. Quando i cicli finanziari accelerano è possibile osservare una forte espansione del credito, un boom immobiliare e un’elevata crescita del PIL; a un certo punto, tuttavia, il ciclo raggiunge il proprio picco e arrivano quindi il deleveraging nel settore privato, lo scoppio della bolla immobiliare e una crescita del PIL bassa o negativa, seguiti potenzialmente da stress finanziario e crisi bancarie.

Poiché l’andamento del ciclo immobiliare è uno dei principali fattori alla base del ciclo finanziario, e spesso lo anticipa. Dopo un importante boom nel periodo 2020-2021, oggi il ciclo del mercato immobiliare USA sta chiaramente entrando nella sua fase discendente: il nostro pronostico (basato sulle ultime proiezioni del NIESR) è quello di un calo dei prezzi (reali) delle case negli Stati Uniti dal proprio picco positivo a quello negativo del 20%, corrispondente a una correzione pari a due terzi di quella osservata nel corso della CFG.

La discesa dei prezzi degli immobili costituisce un problema grave per il ciclo finanziario USA e comporta una futura transizione dal releveraging nel settore privato a una nuova fase di deleveraging. Il mix tra calo dei prezzi delle case e deleveraging, pur rappresentando una cattiva notizia per le prospettive di crescita di medio periodo degli Stati Uniti, dovrebbe contribuire a far calare l’inflazione e, a nostro avviso, anche i tassi d’interesse.

Se i dati sui cicli finanziari del passato forniscono qualche indicazione assisteremo con ogni probabilità a ulteriore stress finanziario man mano che il ciclo USA supererà il proprio picco nei prossimi mesi. Stiamo poi assistendo a un forte rallentamento dei cicli immobiliari al di fuori degli Stati Uniti; se le proiezioni del NIESR sono corrette, nell’arco dei prossimi due anni i prezzi delle case nei principali mercati sviluppati potrebbero andare incontro a una correzione compresa tra il 20 e il 30%.

Sebbene la correzione dei prezzi delle case del 2006-2007 sia stata capitanata dagli Stati Uniti, quella attuale appare più sincronizzata, seppure in diversi altri mercati (tra cui l’Australia, il Canada, la Svezia e perfino la Germania) si stia verificando leggermente in anticipo rispetto agli USA. Al momento si registrano sempre più Paesi in cui i prezzi delle case sono in discesa e nessuno in cui sia in corso un boom, con un mutamento delle dinamiche nel mercato immobiliare simile a quello osservato nel 2005-2006.

Credito privato

Come già menzionato, l’altro fattore determinante alla base dell’andamento dei cicli finanziari è il credito privato, area ovviamente al centro dell’attenzione all’indomani dei recenti eventi che hanno riguardato Silicon Valley Bank. Dalla crisi finanziaria del 2008 in poi il ciclo del credito è stato relativamente fiacco, con una crescita inferiore al 5% in forte contrasto con la vertiginosa espansione negli anni pre-CFG. La crescita reale del credito, però, è ormai entrata in territorio negativo in molti mercati sviluppati, con le contrazioni più marcate registrate al di fuori degli Stati Uniti.

Sta avvenendo un deleveraging sincronizzato a livello globale?

Osservando la situazione in giro per il mondo, svariati Paesi (Germania, Svizzera, Canada, Danimarca e Norvegia) hanno superato il picco dei rispettivi cicli finanziari lo scorso anno e oggi si trovano già in una fase di deleveraging. Ipotizzando che il pronostico NIESR di una correzione sincronizzata nel mercato immobiliare si riveli corretto, i cicli finanziari di gran parte degli altri mercati sviluppati potrebbero raggiungere il proprio picco e andare incontro a un’analoga transizione più avanti nel corso di quest’anno.

Le nostre stime passate indicano come non sia mai accaduto che un numero così alto di Paesi entrasse nella fase di deleveraging allo stesso tempo. Ciò rispecchia la forte correlazione tra l’andamento del mercato azionario e creditizio e del ciclo del mercato immobiliare, nonché il fatto che finora la FED ha a tutti gli effetti deciso le politiche monetarie di tutto il mondo, e può rappresentare una cattiva notizia per la crescita globale.

Di nuovo, qualora la previsione NIESR si rivelasse corretta ci si potrebbe attendere un indebolimento dell’euro e un suo ritorno al di sotto della parità con il dollaro statunitense tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Ciò indica che è troppo presto per perdere fiducia nel dollaro, che nei prossimi 12 mesi potrebbe sperimentare un’altra fase di rafforzamento.