La decarbonizzazione degli immobili sta accelerando

Frank Onstwedder, Portfolio Manager della strategia Sustainable Property Equities di Robeco -

La decarbonizzazione del settore immobiliare è una corsa contro il tempo. I governi hanno fissato il percorso per la riduzione delle emissioni, con l’obiettivo di passare ad un futuro a basse o persino zero emissioni di carbonio. Il settore immobiliare svolge un ruolo significativo in questo percorso di decarbonizzazione, in quanto è responsabile di circa il 40% delle emissioni globali annue di gas serra (GHG), secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE). Il settore sta facendo grandi passi avanti verso la decarbonizzazione, ma siamo vicini al punto in cui dovremmo essere?

Progressi sulle emissioni Scope 3

È rassicurante vedere che nel 2021 le società immobiliari del nostro campione, che rappresentano l’87% del peso dell’indice S&P Global Developed Property e circa 1,9 mila milardi di dollari in termini di capitalizzazione di mercato, hanno migliorato la disclosure sulle emissioni di gas serra e i relativi obiettivi, soprattutto nella categoria Scope 3.

160 società, che rappresentano l’84% del peso del benchmark, hanno reso note le loro emissioni Scope 1 e 2, e 111 società, che rappresentano il 62% del peso del benchmark, hanno reso note le emissioni Scope 3. Dal punto di vista geografico, il Regno Unito e l’UE sono in testa su questi parametri, mentre gli Stati Uniti restano indietro.

In termini di emissioni di carbonio operative, 98 aziende (48% del peso del benchmark) hanno dichiarato di aver utilizzato o preso in considerazione l’uso di contratti di locazione verdi per ridurre le proprie emissioni di carbonio operative. Tuttavia, per quanto riguarda le emissioni “embodied carbon”, ovvero le emissioni di carbonio causate da un prodotto che non sono direttamente collegate al suo utilizzo, solo una piccola percentuale di aziende ha fatto disclosure (3% del peso del benchmark) e fissato obiettivi (4% del peso del benchmark). Questo dato è in linea con la nostra precedente ricerca secondo cui le emissioni di carbonio operative rimangono per ora la priorità del settore immobiliare, in quanto costituiscono una parte consistente delle emissioni totali e sono relativamente più facili da contenere. Inoltre, gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio operative possono avere un impatto diretto sui costi operativi, e le normative finora si sono concentrate principalmente su quest’area. Quando si tratta di affrontare il problema delle emissioni “embodied carbon”, il settore è ancora in una fase iniziale. Sebbene siano disponibili strumenti per quantificare meglio queste emissioni, essi devono essere sviluppati ulteriormente.

L’intensità energetica come altro fattore chiave della decarbonizzazione

La riduzione delle emissioni di carbonio e il miglioramento dell’efficienza energetica sono come due facce di una stessa medaglia. Come sottolinea l’AIE, “l’efficienza energetica è uno dei modi principali con cui il mondo può soddisfare la domanda di servizi energetici con un minore consumo di energia, il che è cruciale nella maggior parte dei percorsi per le emissioni di gas serra dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che limitano il riscaldamento globale a 1,5°C”.

La rendicontazione dei consumi energetici e la definizione degli obiettivi sono fondamentali. In futuro, ci aspettiamo che vengano fissati requisiti minimi vincolanti di intensità energetica per edificio e che le proprietà che non soddisfano determinati livelli di intensità energetica non possano più essere affittate. Sebbene questi requisiti non siano ancora stati imposti formalmente, le discussioni in merito sono in corso e in alcuni casi le valutazioni energetiche sono già un prerequisito per le locazioni o le transazioni immobiliari. Il miglioramento dell’efficienza energetica ha un grande potenziale per promuovere la sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale. Pertanto, si prevede che le normative future non si concentreranno solo sulle emissioni complessive di carbonio, ma anche sull’intensità energetica dei singoli asset. Ciò richiederà ingenti investimenti in programmi di adeguamento, come evidenziato in un’altra nostra ricerca, che valuta il costo della riduzione dell’intensità energetica.