Bce, stime crescita area euro troppo ottimistiche

Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments -
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L’area euro ha scongiurato i timori di un altro trimestre di stallo dell’attività e ha registrato un aumento sorprendentemente forte del PIL, pari allo 0,3% nel secondo trimestre. Le informazioni provenienti dai paesi suggeriscono che il commercio estero (vedi la Francia) e la stabilizzazione dei consumi (in Germania) sono stati i fattori chiave. Tuttavia, guardando al futuro, appare chiaro che sia in corso un raffreddamento dell’attività. All’inizio del terzo trimestre i principali indicatori di fiducia si sono deteriorati in tutti i settori. Il PMI composito (Purchasing Managers Index) è sceso a 48,9, un livello coerente con la contrazione della produzione, mentre si sono indebolite anche le componenti prospettiche di varie analisi congiunturali.

Nonostante ciò, riteniamo che la seconda metà dell’anno sarà caratterizzata da un rallentamento dell’attività, ma non da una recessione. Un fattore chiave di stabilizzazione sarà l’ulteriore riduzione dell’inflazione. A luglio, l’inflazione complessiva è scesa al 5,3% annuo. Il calo dei prezzi dell’energia e delle materie prime e la minore pressione dei gasdotti porteranno l’inflazione al di sotto del 3% a/a (anno su anno) entro la fine dell’anno. Il miglioramento della crescita del reddito reale e la solidità del mercato del lavoro saranno i principali pilastri di stabilizzazione.

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Il picco dei tassi della BCE sarà raggiunto a settembre

Nella riunione di luglio, la BCE ha alzato il tasso (di deposito) al 3,75%, come previsto. Tuttavia, pur ritenendo l’inflazione ancora troppo elevata e per troppo tempo (l’inflazione core stabile al 5% anno su anno a luglio), la BCE non vede più la necessità di aumentare ulteriormente i tassi, adottando invece una posizione realmente basata sui dati. I dati sull’inflazione e le proiezioni macro aggiornate saranno quindi fondamentali.

Riteniamo che le previsioni di crescita del PIL della BCE siano troppo ottimistiche (vedi grafico). Dubitiamo che le previsioni aggiornate sull’inflazione siano abbastanza favorevoli da bloccare le oscillazioni. È emerso chiaramente come la BCE continui ad essere preoccupata per le dinamiche interne dell’inflazione. Rimaniamo quindi fermi sul nostro scenario di un ultimo rialzo di 25 punti base per raggiungere il livello massimo del 4,0%, ma riconosciamo che questa scelta è diventata ormai molto in bilico. In ogni caso, riteniamo che il livello massimo dei tassi sarà raggiunto nel terzo trimestre e mantenuto per circa un anno.

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