Ofi Invest AM: l’impatto della politica sul mercato obbligazionario
Nelle ultime settimane, i mercati sono stati guidati dagli eventi politici. Ci sono state le elezione europee, a cui è seguito lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e le nuove elezioni in Francia (che hanno avuto i risultati che tutti conoscono); le votazioni nel Regno Unito, che hanno portato a un governo laburista dopo 14 anni di governi conservatori, e il primo dibattito tra i due candidati che si contenderanno la presidenza degli Stati Uniti il prossimo novembre. Questi eventi sono importati perché renderanno più difficile stimare il fair value degli asset finanziari nei mesi a venire; tuttavia, nonostante la politica possa avere impatti significativi sui provvedimenti fiscali e sulla fiducia degli investitori, i dati macroeconomici restano sempre il punto di appoggio più solido per i mercati. Questi dati, che nel primo semestre si sono dimostrati robusti e che hanno spinto le principali autorità a mantenere una politica monetaria aggressiva, possono essere riassunti così: i tassi d’interesse stabili tendono a rassicurare gli investitori e con questi ultimi che si aspettano ancora uno o due tagli da parte della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea, le banche centrali possono fare affidamento su un buon margine di manovra, qualora ce ne fosse bisogno.
Ma quali ripercussioni ha avuto quanto visto sopra sul comparto del reddito fisso? Per quanto riguarda l’Area Euro, le obbligazioni a giugno hanno registrato performance nel complesso neutrali o leggermente positive. In particolare, ciò che si osserva è che a metà 2024 è ancora il segmento high-yield a portare il contributo maggiore, come si può osservare dal Bloomberg Barclays Pan European High Yield (in euro). Questo indice, infatti, ha guadagnato il 3,23%, superando il mercato monetario. Un risultato del genere non era affatto scontato, dato che quest’ultimo ha comunque superato il 2% di crescita e che ha potuto contare su un tasso di deposito della Bce ancora piuttosto elevato (3,75% alla fine di giugno). Sul gradino più basso del podio troviamo il reddito fisso investment grade, che nella prima metà dell’anno ha guadagnato lo 0,54%; un dato peggiore di quello osservato nel 2023, zavorrato dal comparto dei bond governativi dell’Eurozona, che hanno chiuso il semestre in territorio negativo (-1,89%). A titolo esplicativo, si tenga presente che il rendimento di riferimento del Bund a 10 anni si è contratto a fine 2023, prima di passare dal 2,0% di inizio anno al 2,5% di fine giugno. Nel frattempo, gli spread creditizi non hanno presentato brutte sorprese, supportati da utili societari generalmente solidi. Naturalmente ne hanno beneficiato soprattutto le obbligazioni societarie e gli altri bond high yield, che ormai noi di Ofi Invest AM raccomandiamo da diversi mesi.
In conclusione, è bene spendere alcune parole su quanto si sta verificando in Francia. Infatti, il downgrade che il paese ha subito da Standard & Poor’s (da AA a AA-) non ha causato la crescita dello spread con i Bund, a differenza di quanto successo a seguito dello scioglimento dell’Assemblea Nazionale da parte del presidente Emmanuel Macron, arrivato la sera stessa delle elezioni europee. In quell’occasione, lo spread è arrivato a quota 81 punti (mai così alto dalla crisi del 2012), prima di recedere il giorno successivo al primo turno delle elezioni legislative. Tuttavia, già dopo il secondo turno sono arrivate le cattive notizie. Infatti, il quadro che emerge fa presagire che non sarà facile formare un governo solido nei prossimi mesi e questo è un male per le finanze pubbliche. Dall’altro lato, però, bisogna comunque tenere presente che il programma di ristrutturazione del debito è andato molto avanti nel 2024 e difficilmente subirà delle interruzioni nel breve termine. Piuttosto, è bene guardare con attenzione al bilancio del 2025, sul quale dovremmo avere maggiore chiarezza dopo gli annunci in programma per il 15 ottobre. Alla luce di tutto questo, le scelte di Ofi Invest AM, in termini di duration, si concentrano sulla sezione a breve della curva dei rendimenti, in particolare sulla Germania. Ci aspettiamo che le rendite si concentreranno all’interno di un range determinato da uno spread francese strutturalmente più alto di quello visto negli scorsi mesi.