Mercato azionario: come interpretare la correzione estiva

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Non è raro assistere ad una correzione dei mercati finanziari in estate.  L’ultimo caso emblematico è stato senza dubbio la correzione del mercato azionario causata dalla svalutazione del Renminbi l’11 agosto 2015, che sorprese il mercato.Anche questa volta l’origine è da ricercarsi in Asia e nei mercati valutari. Il 31 luglio la Banca centrale giapponese (BoJ) ha sorpreso i mercati aumentando il tasso di riferimento di un quarto di punto percentuale. I mercati, che si aspettavano solo un aumento dello 0,10%, sono stati colti di sorpresa. Durante la sua conferenza stampa, il governatore della BoJ, Mr. Ueda, ha mostrato un approccio più “da falco” del solito. Inoltre, la debolezza dei dati sull’occupazione negli Stati Uniti ha indotto gli investitori a ridurre le aspettative sui tassi a breve degli Stati Uniti e sul dollaro.

A seguito di questa decisione, lo Yen si è rivalutato violentemente invertendo un movimento speculativo che si era creato da due anni, il cosiddetto “carry trade” dello yen. Per capirne l’importanza, dobbiamo ricordare che la valuta giapponese è stata – fino a poco tempo fa – un’importante fonte di finanziamento, grazie ai suoi tassi di interesse prossimi allo zero. È difficile avere un’idea precisa del volume impiegato, ma alcuni analisti stimano che le somme prese in prestito si avvicinino ai 4.000 miliardi di dollari.

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In presenza di leva finanziaria e di mercati meno liquidi (come avviene nel periodo estivo), un’inversione di tendenza di questo tipo (da yen debole a yen forte) crea inevitabilmente richieste di margini. Coloro che sono costretti a vendere l’esposizione al rischio scaricano le loro posizioni, il che spiega la velocità della correzione del mercato azionario a partire dallo scorso 31 luglio. Ovviamente, anche altri mercati ne risentono, come le materie prime, le obbligazioni più rischiose e alcune valute come il peso messicano.

Tutti gli occhi sono ora puntati sulle banche centrali, in particolare la BoJ e la Fed. La Fed aspetterà a tagliare i tassi fino alla prossima riunione prevista per settembre o chiederà una riunione anticipata per calmare i mercati, cosa che il mercato sta attualmente prezzando. Agire rapidamente – quindi nei prossimi giorni – avrebbe il vantaggio di evitare uno shock borsistico significativo con ripercussioni sui consumi americani. In qualità di “prestatore di ultima istanza” del sistema monetario globale, la Fed ha questo tipo di responsabilità. È possibile anche un’azione coordinata tra i leader del G7 o del G20, come è avvenuto quasi 10 anni fa quando il Renminbi si trovò in difficoltà.

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